Israele pronto a colpire l’Iran, ma gli Usa frenano: “No a missili su siti nucleari”

Usa e Israele avrebbero intenzione di dare avvio ad un attacco su Teheran, in risposta all'offensiva dello scorso martedì su Tel Aviv. I rapporti tra i due Stati sono serrati, mentre analisti cercano di comprendere quali siano gli obiettivi più giusti da colpire. Nella notte a Beirut un nuovo raid ha ucciso sei persone, tra cui il genero dell'ex capo di Hezbollah Hassan Nasrallah

Redazione
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Siete vicini a installazioni e interessi legati a Hezbollah, contro i quali l’esercito israeliano agirà nel prossimo futuro“, questo è il messaggio che l’Idf recapita nei villaggi presenti nei territori libanesi che sono prossimi ad essere attaccati. Poche parole dal significato brutale, che scatenano il panico tra i residenti, costringendoli a raccogliere in poco tempo i loro averi personali e fuggire. La guerra tra Israele e Hamas ha ora preso una piega ben più impressionante, interessando realmente gran parte del Medio Oriente.

Le morti, la devastazione e la desolazione si stanno pian pian espandendo, mentre il Libano, la Siria e l’Iran tentano di rispondere, di non piegarsi e di combattere ad armi pari con lo Stato ebraico, che non si fermerà finché non avrà raggiunto i suoi obiettivi. L’ultimo raid israeliano a Beirut ha causato sei morti, tra cui il genero di Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah ucciso dalle bombe dell’Idf lo scorso 27 settembre. Benjamin Netanyahu, però, non è ancora soddisfatto ed ora sembrerebbe che il nuovo obiettivo dei missili dello Stato ebraico sia Teheran, in Iran.

L’attacco di martedì sera, infatti, non avrebbe ancora avuto conseguenze adeguate secondo Israele e vi sarebbe ancora la necessità di dimostrare all’Iran, e a tutti coloro che avrebbero intenzione di emularlo, che ogni attacco avrà una risposta e che ogni danno scatenerà una vendetta. Stavolta, però, lo Stato ebraico è fermamente sostenuto dagli Stati Uniti, che hanno intenzione di aiutare Tel Aviv a portare avanti l’offensiva. L’unico veto che gli statunitensi avrebbero posto riguarda la possibilità di colpire siti nucleari in Iran. I contatti tra i due Paesi sono quindi sempre più serrati, con l’obiettivo di proseguire la “guerra contro l’asse del male“.

I contatti tra Israele e gli Usa

Al momento Israele non avrebbe ancora messo in atto una vera e propria rappresaglia contro l’Iran, principalmente per il ruolo che gli Stati Uniti dovrebbero in essa rivestire. Lo Stato ebraico vorrebbe procedere con il totale sostegno Usa, dopo aver individuato obiettivi che siano strategici sul territorio di Teheran e che permettano di massimizzare gli sforzi. Inoltre, in questi giorni, in Israele si sta svolgendo uno dei periodi festivi più importanti dell’anno, lo stesso che l’anno scorso fu brutalmente interrotto dall’attentato del 7 ottobre.

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Il vicesegretario di Stato Usa Kurt Campbell

Secondo fonti interne ai due Paesi, quindi, sembrerebbe che entrambi siano interessati a mettere in atto offensive in Iran. “Non è solo Israele a pensare alle opzioni di risposta, lo fanno anche gli Stati Uniti” ha dichiarato il vicesegretario di Stato Kurt Campbell, che ha però ricordato come gli obiettivi da colpire dovranno essere decisi insieme dai due Paesi. Secondo alcuni esperti, sembrerebbe che Teheran potrebbe essere colpita nel cuore del suo settore economico, quindi il porto e le piattaforme petrolifere, oppure nel centro di Teheran, dove si trovano monumenti di importanza culturale e sociale.

Per il momento è incerta la data in cui questo attacco potrebbe avvenire. Gli Usa però hanno già dato inizio ad una campagna di minacce nei confronti di Teheran, con l’obiettivo di mostrare tutta la loro forza. “Il regime iraniano sarà ritenuto responsabile delle sue azioni. E mettiamo fermamente in guardia l’Iran, o i suoi delegati, dall’intraprendere azioni contro gli Stati Uniti o ulteriori azioni contro Israele” ha infatti dichiarato l’ambasciatrice Onu Linda Thomas-Greenfield.

L’attacco a Jaffa

Il sogno di un cessate il fuoco e dell’apertura di un tavolo negoziale e diplomatico sembra allontanarsi sempre di più mentre le bombe e i missili continua a distruggere i territori del Medio Oriente. Nella tarda serata di martedì, però, anche il territorio israeliano ha subito importanti perdite. Mentre l’Iran colpiva con raid aerei i territori di Tel Aviv, su terra due attentatori di Hamas sono riusciti a farsi strada nella città di Jaffa, armati di fucile automatico e coltello. In poco tempo il caos ha preso piede a Jaffa, dove il bilancio è stato di sette morti.

Hamas ha subito dopo rivendicato l’attacco e una serie di telecamere di sicurezza sparse per la città hanno mostrato i momenti brutali dell’attacco. I due attentatori sarebbero usciti da una moschea e si sarebbero divisi. Uno avrebbe immediatamente ucciso due persone in una strada vicina, l’altro sarebbe salito sul vagone della metro e ne avrebbe uccisi quattro prima di scendere.

Uno dei terroristi è stato ucciso da un cittadino israeliano, sopravvissuto all’attacco del 7 ottobre e riservista a Gaza per sei mesi. “La pistola con cui ho sparato è di mia proprietà, la porto sempre con me, capisco subito se c’è una situazione di pericolo” avrebbe dichiarato ai media israeliani, sostenendo di essere intervenuto immediatamente sulla scena dopo aver sentito gli spari.

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