“Ascoltiamo i pensieri del governo americano, ma prenderemo le nostre decisioni finali in base alle esigenze di sicurezza nazionale di Israele“, con queste parole il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ricordato che il conflitto in corso, compreso quello che potrebbe avere inizio a breve con l’Iran, è frutto delle sole decisioni dello Stato ebraico e non dell’influenza degli Stati Uniti.
In questo specifico caso, infatti, Israele e Usa avrebbero collaborato nell’ottica di un’offensiva contro l’Iran. Entrambi i Paesi avrebbero infatti avuto interessi negli attacchi allo Stato islamico e nello specifico gli Stati Uniti avrebbero anche voluto evitare che Israele potesse decidere di attaccare siti nucleari dello Stato islamico. Sembrerebbe quindi che la tensione nella Regione sia sempre più alta e che a questo punto lo Stato ebraico possa decidere di prendere una decisione senza tener conto delle raccomandazioni degli Stati Uniti.
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Inoltre, sembrerebbe che la dichiarazione di Netanyahu sia giunta a seguito della pubblicazione di un rapporto del Washington Post in cui si citava il premier israeliano come convinto di voler ascoltare i dettami degli Usa riguardanti proprio l’attacco all’Iran. Il premier potrebbe quindi aver sentito l’esigenza di mettere le cose in chiaro e soprattutto di sottolineare che lo Stato ebraico non ha intenzione di prendere ordini dagli statunitensi.
Iran: “Nessun ruolo nel raid del 7 ottobre“
Nel frattempo la missione dell’Iran presso le Nazioni Unite ha sentito l’esigenza di ribadire che lo Stato islamico non ha avuto alcun ruolo “nella pianificazione, nel processo decisionale o nell’esecuzione dell’operazione del 7 ottobre” e che tutte le notizie che direbbero il contrario farebbero parte di un'”operazione psicologica” nata con il fine di ingannare l’opinione pubblica.
Quindi, secondo la missione “trascinare l’Iran o Hezbollah nell’operazione del 7 ottobre rappresenta una conclusione inventata e un cinico tentativo di fuorviare l’opinione pubblica, il tutto finalizzato a nascondere il grave fallimento dell’intelligence del regime israeliano in relazione ad Hamas“, come si legge in un post pubblicato su X. Secondo lo Stato islamico infatti anche gli organi di stampa degli Stati Uniti starebbero collaborando alla condivisione di queste ideologie, “minando la credibilità delle valutazioni fatte dalle loro stesse istituzioni di intelligence e sicurezza, sollevate ai massimi livelli, incluso il presidente degli Stati Uniti“.
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