Continua il pressing sulla Russia per risolvere il blocco dei cereali: cresce di giorno in giorno il rischio di una catastrofe alimentare
Kiev fa appello alle potenze europee per allontanare il rischio di una crisi alimentare a causa della crisi del grano. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in occasione del Consiglio Europeo, invoca l’aiuto dei leader europei per trovare una soluzione alla questione.
Che Vladimir Putin utilizzi il grano come arma di guerra è chiaro da mesi e la politica inizia ad accorgersene; come denuncia Josep Borrell, l’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera, «Putin sta affamando il mondo».
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Il pericolo è quello di una catastrofe alimentare che colpirebbe decine di milioni di persone affaticate e con il rischio di riattivare ondate migratorie. E il premier Mario Draghi sottolinea che l’ipotesi è reale e che «se non ci sarà una soluzione, dovrà essere chiaro che la colpa è di Putin».
La scarsità del grano ed i sospetti del popolo ucraino
I magazzini ucraini contengono circa 20 milioni di grano che allo stato attuale sono bloccati e che necessitano di essere esportati sia per evitare il deterioramento che per fare spazio al nuovo raccolto. Il quadro è molto complesso principalmente a causa dei pacchetti di sanzioni inflitte alla Russia ma anche a causa del sospetto che la stessa Russia stia sottraendo del grano all’Ucraina.
Come ha denunciato il vice ministro ucraino per le Politiche Agrarie e l’Alimentazione Taras Vysotsky, sarebbero state rubate quasi mezzo milione di tonnellate di grano dai magazzini ucraini. Le prove del furto, come sottolinea Vysotsky, «provengono da tutte le regioni temporaneamente occupate: Cherson, Zaporizhia, Lugansk, Donetsk e Kharkiv. Il carico viene portato in Russia, principalmente da Kharkiv, Donetsk, Lugansk o la Crimea».
Fonti confermano che i russi avrebbero cercato di vendere il grano rubato prima in Egitto e Libano e poi in Siria ma ricevendo solamente rifiuti d’acquisto.
La risposta di Putin e i nuovi scenari internazionali
Alle accuse di questi giorni Putin si è mostrato aperto, esprimendo «la disponibilità a facilitare il transito marittimo senza ostacoli di merci in coordinamento con i partner turchi, e questo vale anche per il grano dai porti ucraini». Per il presidente russo la causa principale dell’incombente rischio di carestie è da individuare esclusivamente nelle sanzioni occidentali. A questo proposito in una nota del Cremlino Putin ha sottolineato che «la Russia può esportare notevoli quantità di fertilizzante e prodotti agricoli nel caso in cui venissero revocate le rilevanti sanzioni e restrizioni anti-russe». Per il momento l’ipotesi non rientra tra gli obiettivi dei leader europei che si preparano comunque ad intensificare gli sforzi per far uscire il grano dall’Ucraina.
Per Borrell si potrebbe immaginare l’apertura di un corridoio nel Mar Nero ma non senza un accordo con la Russia che, dichiara, «deve essere fatto a livello delle Nazioni Unite».
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