Nel panorama geopolitico contemporaneo, l’innovazione tecnologica ha assunto un ruolo particolarmente centrale, con l’intelligenza artificiale che si configura come una delle leve principali per influenzare il dibattito pubblico e le dinamiche elettorali. Recentemente, un rapporto pubblicato dal MTAC (Microsoft Threat Intelligence Center) ha sollevato un’allerta preoccupante: la Cina potrebbe presto tentare di influenzare le elezioni in diversi Paesi, compresi gli Stati Uniti, la Corea del Sud e l’India, sfruttando le nuove possibilità offerte dall’intelligenza artificiale.
Il precedente di Taiwan
Secondo il rapporto, la Cina avrebbe già intrapreso azioni concrete per manipolare il processo elettorale in altre nazioni. In particolare, il documento evidenzia come Pechino abbia tentato di influenzare le elezioni presidenziali a Taiwan nel gennaio scorso, attraverso l’impiego di disinformazione alimentata da programmi di IA. Uno dei gruppi citati nel rapporto è lo Storm 1376, che avrebbe operato per danneggiare il candidato Terry Gou diffondendo un falso audio su YouTube. Tuttavia, il contenuto è stato rimosso prima che si diffondesse ampiamente.
Leggi Anche
Il rapporto sottolinea che questa sarebbe la prima volta in cui un gruppo informatico, sostenuto da uno Stato, ha tentato di influenzare un’elezione in un altro Paese utilizzando contenuti generati da un’intelligenza artificiale. Oltre alla manipolazione delle elezioni taiwanesi, Microsoft avverte anche del rischio rappresentato dai falsi account sui social media, presumibilmente legati al governo cinese, che sembrano impegnati nella raccolta di dati sugli argomenti divisivi nell’elettorato statunitense.
Intelligenza artificiale: la nuova minaccia per la democrazia
Negli ultimi mesi si sono verificati diversi casi di utilizzo di intelligenza artificiale generativa con l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica americana. Tali sviluppi alimentano preoccupazioni riguardo a una possibile escalation delle interferenze esterne in vista delle prossime elezioni negli Stati Uniti, ma anche in Corea del Sud e in India.
In questo contesto, l’assenza di misure efficienti di sicurezza informatica, capaci di rafforzare la trasparenza e l’integrità dei processi elettorali, non solo mette in serio pericolo la capacità dei paesi di preservare la propria sovranità democratica, ma causa una diminuzione della fiducia dei popoli nei propri governi e nel sistema elettorale nel suo complesso.
© Riproduzione riservata