Houthi tagliano cavi sottomarini che collegano Europa e Asia: danni alle comunicazioni

Dopo gli allarmi lanciati da alcune società di comunicazione sulla vulnerabilità dei cavi sottomarini che collegano Asia ed Europa, ora il pericolo si è concretizzato e il gruppo terroristico Houthi ha deciso di sferrare un attacco diretto all’occidente tranciandone quattro

Redazione
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Le minacce degli Houthi contro l’occidente hanno iniziato a concretizzarsi: dopo gli attacchi alle navi mercantili nel Golfo di Aden ora il gruppo terroristico mira a danneggiare i sistemi di comunicazione del continente eurasiatico, tagliando alcuni cavi necessari a fornire i collegamenti internet tra Europa e Asia. Gli attacchi avrebbero compromesso quattro cavi sottomarini che passavano sul fondale del Mar Rosso, tra Arabia Saudita e Gibuti. La conferma ufficiale arriva da una società sudafricana che controlla uno dei cavi danneggiati, la Seacom, il cui Chief Digital Officer, Prenesh Padayachee, ha dichiarato che il guasto si troverebbe tra 150 e 170 metri di profondità.

I cavi sottomarini coinvolti

Con 16 sistemi di cavi che collegano l’Europa all’Asia passando per chilometri sui fondali del Mar Rosso, la vulnerabilità delle infrastrutture sottomarine è evidente. Tra i cavi danneggiati vi sarebbe anche quello denominato AAE-1, che connette l’Asia orientale all’Europa, attraverso l’Egitto, facilitando le comunicazioni tra la Cina e l’Occidente. Allo stesso modo, il sistema Europe India Gateway (EIG) è stato colpito, causando interruzioni nelle connessioni tra Europa, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e India; e anche il TGN Atlantic, originariamente posato nel 2001 e attualmente di proprietà della Tata Communications. 

Le aziende di comunicazione sono ora sotto pressione per identificare agenzie disposte a eseguire i rischiosi lavori di riparazione, con il probabile onere di costi elevati legati al premio di rischio. Al momento, i danni alle comunicazioni sono considerati significativi ma non critici, e il report del media online israeliano Globes rassicura che altri cavi sottomarini nella stessa area non sono stati danneggiati, limitando l’impatto complessivo sulle comunicazioni globali, e consentendo alle società come Seacom di reindirizzare il traffico su percorsi alternativi.

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L’organizzazione Houthi ufficialmente viene considerata un movimento “ribelle” anche se ormai detiene il controllo di tutto lo Yemen occidentale, la parte più ricca del paese

Riparazioni difficili e con alti rischi

Già in condizioni normali, il danneggiamento richiederebbe diverse settimane per essere riparato, ma essendo anche collocato in un’area in cui si consumano quotidianamente conflitti bellici, risulta difficile dire quanto tempo sarà necessario per riportare la situazione alla normalità. Inoltre, non si può escludere che gli Houthi decidano di ostacolare deliberatamente i lavori di riparazione, costringendo le società di telecomunicazioni a cercare aziende disposte a intervenire in condizioni difficili e a pagare un premio di rischio elevato.

Il danneggiamento dei cavi da parte degli Houthi indigna e spaventa il mondo intero, ma rappresenta una tragedia annunciata, e con largo anticipo. Già da settimane alcune società di telecomunicazioni avevano lanciato l’allarme sulla vulnerabilità dei cavi, facendo notare che un sabotaggio alla rete sottomarina avrebbe potuto causare un malfunzionamento di internet in occidente e di conseguenza avrebbe danneggiato la capacità di trasmissione dati tra i paesi di Asia ed Europa.

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