Honda e Nissan falliscono nel progetto di fusione: cosa succede ora?

Le difficoltà economiche di Nissan e la mancanza di un punto di incontro che permettesse di portare a conclusione le trattative hanno convinto i due marchi giapponesi a chiudere il progetto iniziato a dicembre. Questo avrebbe dovuto permettere alle due società di fare fronte comune contro i dazi di Trump e la crisi dell'auto

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Il piano di integrazione tra Honda e Nissan, che avrebbe dovuto portare alla nascita del terzo gruppo mondiale per vendite di veicoli, è fallito miseramente. Le due case di produzione di automobili giapponesi non sono riuscite a trovare un punto di incontro che permettesse loro di ignorare le proprie differenze in nome delle priorità comuni.

La notizia è stata annunciata dai media di Tokyo, i quali sostengono che il fallimento dell’accordo sia dovuto alle difficoltà di Nissan, che ormai da mesi è impegnata in una fase di risanamento dei conti. Proprio questa incertezza economica non avrebbe convinto Honda, preoccupata che questa possa compromettere il futuro della fusione.

L’intenzione di unire le due realtà era stata resa pubblica lo scorso dicembre, con entrambe le case automobilistiche soddisfatte delle possibilità che questo accordo avrebbe potuto portare con sé. Al centro della decisione, infatti, c’era la necessità di resistere alla crisi dell’auto, sempre più imperante e capillare, e soprattutto riuscire a creare un gruppo che fosse in grado di resistere ai dazi promessi dal presidente Usa, Donald Trump.

Nissan e Honda verso una cooperazione strategica

L’obiettivo iniziale delle due aziende era quello di giungere ad una fusione nel giugno 2025, mantenendo però i due marchi separati e riconoscibili. La seconda e la terza casa di produzione automobilistica in Giappone hanno firmato solo due mesi fa un memorandum di intesa al fine di permettere la costituzione di una holding, comprendente anche la Mitsubishi Motors, partecipata di Nissan.

I primi accordi tra le due società si sono verificati lo scorso marzo, quando venne discusso un accordo che avrebbe dovuto essere utile a ridurre i costi della ricerca e dello sviluppo di veicoli elettrici, così da poter mettere sul mercato prodotti che fossero realmente competitivi nei confronti della cinese Byd e dell’americana Tesla.

Honda ha però iniziato a nutrire dubbi sull’utilità dell’operazione, a causa delle difficoltà economiche e produttive incontrate da Nissan. La casa nipponica, infatti, si trova in un momento di stallo delle vendite, che non riescono a riprendersi. Lo scorso novembre, quindi, l’azienda ha annunciato il taglio di ben 9mila posti di lavoro, dovuta alla riduzione del 20% della produzione mondiale.

Nissan ha anche deciso di chiudere uno degli impianti di produzione presente in Cina, al fine di ottimizzare i costi di mantenimento della società. Il timore di Honda, che ad oggi ha una capitalizzazione del mercato cinque volte superiore a quella di Nissan, era che l’unione potesse portare ad un peggioramento della sua situazione.

Al momento, quindi, sembra che le due società siano intenzionate a lasciare definitivamente da parte la fusione, per concentrarsi invece su una cooperazione strategica, riguardante anche il partner Mitsubishi Motor, che possa rendere meno dispendioso lo sviluppo di energie software e delle nuove tecnologie del settore.

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