Il bilancio delle vittime delle esplosioni di dispositivi di comunicazione di Hezbollah di oggi è salito a 14. Più di 450 persone sono rimaste ferite. Lo fa sapere il ministero della Sanità libanese secondo i media israeliani.
Le esplosioni sono avvenute in tutto il Libano. Secondo l’agenzia di Stato dell’Iran Mehr, anche l’ambasciatore Mojtaba Amani è stato ferito dall’attacco. La tv saudita al Hadath ha riferito che il figlio di un deputato libanese di Hezbollah, Ali Ammar, è stato ucciso tra il panico generale.
Hezbollah: cosa è successo
Un uomo alla cassa è stato distratto dal bip del cercapersone e subito dopo viene colpito dall’esplosione del dispositivo attaccato alla cintura. La cassiera e un’altra persona anch’essi colpiti dall’attacco. Questo lo si vede in un breve filmato, diffuso poco fa dal Libano sui social network, di una delle decine di esplosioni di cercapersone causata, secondo media locali, da un attacco hacker contro membri di Hezbollah. I media israeliani affermano che martedì a mezzogiorno sono esplosi contemporaneamente a Beirut, nel sud del Libano e a Damasco, in Siria, i cercapersone di miliziani Hezbollah, causando mille feriti.
Il piano di Netanyahu
Netanyahu punta su un nuovo ministro della Difesa ed è atteso l’annuncio della sostituzione di Gallant col falco Sa’ar, dopo gli ultimi disaccordi sul Libano. Il ritorno dei residenti alle loro case nel nord di Israele è ufficialmente l’obiettivo di guerra. Nella notte altri 5 morti a Gaza, secondo media locali. Il segretario Usa, Blinken, da oggi è in Egitto per discutere della tregua nella Striscia. Abu Mazen è atteso invece in Spagna. Stasera sessione speciale dell’Assemblea generale Onu e voto sull’occupazione israeliana dei Territori palestinesi.
Un attacco, ieri, ha raso al suolo una casa nel campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale di Gaza, uccidendo almeno 10 persone, tra cui quattro donne e due bambini. L’ospedale Awda, che ha ricevuto i corpi, ha confermato il bilancio e ha affermato che altre 13 persone sono rimaste ferite.
