Harris: “Farò tutto ciò che è in mio potere per porre fine alla guerra a Gaza” VIDEO

La dem nel comizio in Michigan ha inoltre dichiarato che la sua è la "politica della gioia" e che sin dal principio la sua campagna "non è stata sull’essere contro qualcosa, ma sull’essere per qualcosa"

Redazione
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Ci siamo, gli Stati Uniti sono pronti e il mondo è pronto: l’Election day è domani. Milioni di americani hanno già votato e i vip e le star hanno già espresso il loro endorsement. Questa lotta serrata potrebbe terminare con la rielezione di Donald Trump per un secondo mandato o nominare Kamala Harris, che diventerebbe la prima presidente donna (nera) degli Usa. In queste ultime ore che restano di campagna elettorale, i candidati non si fermano e continuano nel loro tour negli stati in bilico. I sondaggi mostrano che i due candidati rimangono testa a testa nei 7 Stati in bilico.

Gli ultimi comizi di Trump e Harris

Gli ultimi giorni di campagna elettorale sono dedicati agli stati in bilico, ovvero quelli in cui i candidati presidenziali sono sempre molto vicini nei sondaggi: Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona, Nevada, Georgia e North Carolina. Negli ultimi comizi Harris sta utilizzando toni più positivi, attaccando sempre di meno Trump e puntando invece sul messaggio che se eletta sarà la presidente dell’unità e di tutti gli americani, anche di coloro che non l’hanno sostenuta. Mentre il tycoon continua a usare una strategia sempre più aggressiva.

Ieri la candidata dem è stata in Michigan, dove ha tenuto un comizio all’Università statale del Michigan a East Lansing. Qui era presente anche la governatrice democratica dello stato, Gretchen Whitmer. Ieri sera, per la prima volta dall’inizio della campagna elettorale, Harris non ha mai pronunciato il nome di Donald Trump. Anche se, indirettamente, si è riferita al tycoon, parlando per esempio del fatto che Trump voglia eliminare le tutele sanitarie dell’Obamacare.

Comunque ha proseguito nel suo intento di mantenere toni positivi, arrivando persino a dichiarare che la sua è la “politica della gioia” e che sin dal principio la campagna dem “non è stata sull’essere contro qualcosa, ma sull’essere per qualcosa”. Quindi ha promesso di “voltare pagina rispetto a un decennio di politica guidata dalla paura e dalla divisione”.

Ha inoltre ribadito la sua lotta per i diritti riproduttivi delle donne e ha parlato di politica estera, riferendosi in modo particolare alla grande comunità arabo-americana presente nello stato. La dem ha promesso che “come presidente, farò tutto ciò che è in mio potere per porre fine alla guerra a Gaza” e “garantire che il popolo palestinese possa realizzare il proprio diritto alla dignità, alla libertà, alla sicurezza e all’autodeterminazione”.

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Trump, invece, ieri non ha fatto tappa in un solo stato, ma in ben 3 stati in bilico: ha tenuto comizi a Lititz in Pennsylvania, a Kinston in North Carolina e a Macon in Georgia. In Pennsylvania, parlando in modo sempre più aggressivo via via che si avvicina l’ora della verità, il tycoon ha definito il partito democratico come “demoniaco”. In un certo senso ha rimproverato gli americani che non gli hanno permesso di rimanere al governo per un secondo mandato, sottolineando che quando ha lasciato la Casa Bianca “avevamo i confini più sicuri della storia del nostro paese”. “Non sarei dovuto andarmene. Dico davvero, andavamo così bene, avevamo così tanto…” ha dichiarato.

Poi ha pronunciato un’affermazione controversa: “Per arrivare a me dovrebbero prima sparare contro le “fake news”, e non me ne importerebbe molto, non me ne importerebbe”, riferendosi con fake news ai giornalisti presenti al comizio. Ha quindi praticamente dichiarato che non gli importerebbe nulla se sparassero ai giornalisti, che ha definito “il mio vetro”.

Trump ha inoltre parlato dei presunti brogli elettorali, sostenendo che nello Stato erano già in corso: “Hanno trovato, a quanto ho capito… 2.600 schede elettorali tutte fatte dalla stessa mano, in altre parole, la stessa identica calligrafia, la stessa mano, lo stesso tutto, tutto fatto dalla stessa penna, la stessa identica penna. E poi dicono: ‘Beh, questo è un teorico della cospirazione’. È una cosa terribile che è successa al nostro Paese”. Lo staff del repubblicano ha promesso di ingaggiare un team di legali in tutto il Paese per intentare cause di frode elettorale.

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1853325580869013583

Oggi, nelle ultimissime ore prima della votazione, Harris andrà in Pennsylvania, il più importante degli stati in bilico: sarà ad Allentown, a Pittsburgh e a Philadelphia, dove farà l’ultimo comizio in assoluto della sua campagna. I personaggi che parteciperanno sono Oprah Winfrey, Lady Gaga e Katy Perry. Trump continuerà a girare più stati: sarà a Raleigh in North Carolina, a Reading e Pittsburgh in Pennsylvania, e poi farà l’ultimissimo comizio a Grand Rapids in Michigan, dove fece il suo ultimo comizio anche nel 2016 e nel 2020.

Martedì, Harris trascorrerà la notte elettorale nell’università in cui ha studiato, la Howard University a Washington, mentre il comitato di Trump ha organizzato una serata in un centro convegni a West Palm Beach in Florida, ma ancora non è noto dove il tycoon aspetterà i risultati.

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