Medio Oriente, Hamas valuta liberazione ostaggi in cambio di tregua per l’Eid. In Libano tornano le bombe

L'organizzazione terroristica palestinese vorrebbe una tregua per mettere a tacere le proteste che nella Striscia sono nate tra la popolazione, che ora chiede l'allontanamento di Hamas dal territorio al fine di raggiungere la pace. In Libano, dopo quattro mesi di tregua, sono tornati i raid israeliani, in risposta al presunto lancio di alcuni missili contro la Galilea

5 Min di lettura

Dopo la ripresa delle ostilità tra Israele e Hamas lo scorso 18 marzo, la Striscia di Gaza è tornata ad essere uno dei luoghi con il tasso di mortalità più alto al mondo. Centinaia i decessi che si sono verificata in questi 10 giorni di ritorno del conflitto e la popolazione palestinese sembra ormai esausta delle violenze costrette a subire quotidianamente. Così, ormai da alcuni giorni, il popolo della Striscia ha iniziato a insorgere contro Hamas, chiedendo con manifestazioni e proteste che il gruppo armato lasci la Regione.

Alla guida delle proteste vi sarebbe il principale partito di opposizione, Al-Fatah, che da tempo chiede la destituzioni di Hamas, così che il Paese torni sotto il governo dell’Anp e dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina. A fronte di questo sommovimento, sembrerebbe che Hamas stia valutando di trattare con Israele su un cessate il fuoco. Sembrerebbe, infatti, che il gruppo stia prendendo in considerazione la possibilità di liberare alcuni ostaggi in cambio di una tregua che lasci libera la Striscia almeno nei giorni dell’Eid, ovvero la festività di conclusione del Ramadan.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu

Intanto, Israele ha ripreso i bombardamenti contro le roccaforti di Hezbollah in Libano. Oggi, per la prima volta dopo che quattro mesi fa ha avuto inizio la tregua tra lo Stato ebraico e il Libano, quest’ultimo è stato nuovamente bombardato. La periferia sud della capitale libanese, roccaforte del partito armato alleato dell’Iran, è stata infatti colpita con missili sparati da un drone israeliano, dopo che due razzi erano stati lanciati dal sud del Libano verso la Galilea.

Medio Oriente, l’ipotesi di Hamas per la tregua

Secondo l’emittente pubblica Kan, quindi, alcuni membri anziani di Hamas sarebbero favorevoli ad uno scambio di ostaggi con Israele in cambio di un breve cessate il fuoco. Una risposta alle proteste degli abitanti della Striscia che però farebbe ben poco per porre fine al conflitto. Hamas, quindi, vorrebbe solamente reprimere le proteste ed è consapevole di non poterlo fare mentre l’Idf continua ad attaccare Gaza, visto che gli agenti israeliani prendono di mira gli agenti dell’organizzazione che escono allo scoperto.

Intanto proseguono i colloqui tra il gruppo terroristico e i mediatori di Egitto e Qatar, nel tentativo di ripristinare la tregua nella Striscia di Gaza. Il membro dell’ufficio politico di Hamas, Bassem Naim, ha sostenuto che l’auspicio è che nei prossimi giorni si verifichino dei passi in avanti concreti, “a seguito dell’intensificazione dei contatti con e tra i mediatori avvenuta negli ultimi giorni“. Inoltre, fonti palestinesi avrebbero riferito che ieri hanno avuto inizio a Doha i colloqui tra Hamas e i mediatori per raggiungere un accordo sulla liberazione degli ostaggi trattenuti a Gaza.

Secondo Naim, quindi, si tratterebbe di una proposta che ha l’obiettivo di ottenere un cessate il fuoco, aprire i valichi di frontiera e consentire l’arrivo di nuovi aiuti umanitari nella Striscia, oltre a permettere la ripresa dei negoziati verso la seconda fase della guerra. Quest’ultima, infatti, dovrebbe portare alla cessazione definitiva delle ostilità e al ritiro delle forze occupanti.

Medio Oriente, ripresi i bombardamenti di Israele in Libano

La tensione cresce anche in Libano, dove diversi raid israeliani hanno colpito la capitale e altre città. Il bilancio è di cinque morti e 20 feriti, tra cui donne e bambini. Il premier libanese Nawaf Salam ha parlato di una “pericolosissima escalation“, condannando con durezza la ripresa dei bombardamenti. Lo Stato ebraico ha dichiarato che i raid hanno preso di mira un magazzino di droni di Hezbollah nella Capitale.

Il gruppo terroristico libanese ha però negato qualsiasi coinvolgimento con il lancio dei razzi che nei giorni scorsi si sono diretti verso la Galilea. Lo stesso presidente del Libano, Joseph Aoun, avrebbe sostenuto la tesi di Hezbollah, confermando la loro estraneità all’attacco. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, non ha comunque voluto sentire ragioni, chiarendo che “Israele attaccherà ovunque in Libano contro qualsiasi minaccia“, per poi aggiungere: “L’equazione è cambiata… non permetteremo alcun fuoco sulle nostre comunità“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo