La notizia che il Qatar avrebbe chiesto a Hamas di chiudere il proprio ufficio diplomatico a Doha ha generato una serie di reazioni contrastanti. Mentre fonti dell’amministrazione Biden avevano inizialmente suggerito che Doha avesse preso questa decisione sotto pressione da Washington, Hamas ha smentito categoricamente queste voci, dichiarando di non aver ricevuto alcuna richiesta ufficiale di lasciare il Paese.
Hamas: cosa sta accadendo
Secondo quanto riportato dai media qatarioti, come Al-Araby, Hamas non sarebbe stata informata di un eventuale dispiacere nei suoi confronti da parte delle autorità di Doha. La stessa emittente ha definito le informazioni diffuse dal Times of Israel come imprecise. Quest’ultimo giornale, infatti, aveva citato fonti dell’amministrazione americana che parlavano di una comunicazione del Qatar a Hamas, datata più di una settimana fa, in cui veniva richiesto al gruppo palestinese di chiudere il proprio ufficio nella capitale qatariota. Tuttavia, fonti non ufficiali confermano che, nonostante le voci contrastanti, il Qatar non avrebbe mai fatto una richiesta diretta a Hamas, ma piuttosto si sarebbe ritirato dalla mediazione, dato che entrambe le parti coinvolte nel conflitto – Israele e Hamas – non avrebbero mostrato una seria volontà di negoziare un cessate il fuoco.
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Il Qatar, che ha ospitato i funzionari di Hamas dal 2012, svolgendo un ruolo chiave come mediatore tra le diverse parti in conflitto, ha chiarito che non intende più essere un interlocutore finché entrambe le fazioni non dimostreranno l’intenzione di negoziare in buona fede. Secondo alcune fonti diplomatiche, questa decisione sarebbe stata presa dopo che Hamas ha rifiutato una proposta per lo scambio di ostaggi che aveva l’obiettivo di alleviare la situazione a Gaza. Il Qatar avrebbe quindi avvisato sia Hamas che Israele che non ci sarebbe stato alcun ruolo per il suo ufficio politico finché non si fossero verificati progressi nei negoziati.
Il ritiro del Qatar dalla mediazione potrebbe avere un impatto significativo sulla possibilità di raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza, poiché il Paese ha svolto una funzione di raccordo tra le diverse amministrazioni statunitensi e le fazioni coinvolte nel conflitto. Inoltre, il Qatar aveva facilitato alcuni accordi per il rilascio di ostaggi in passato, come accaduto durante la tregua del novembre 2023 che aveva visto lo scambio di prigionieri palestinesi con ostaggi israeliani.
Il ritiro qatariota dalla scena diplomatica arriva in un momento di alta tensione internazionale e di politiche molto polarizzate. Le voci relative al ritiro del Qatar dalla mediazione sono state interpretate in vari modi, e alcuni osservatori suggeriscono che possa trattarsi di una risposta a un crescente isolamento del Qatar, che si trova sotto crescente pressione dagli Stati Uniti. Altri vedono questo passo come una riflessione sul fallimento del processo di mediazione, che non ha portato a risultati concreti e duraturi.
Nonostante il Qatar abbia preso questa decisione, sembra che non sia ancora definitivo. Un diplomatico ha infatti precisato che la scelta potrebbe essere rivista nel caso in cui entrambe le parti – Israele e Hamas – dimostrassero un reale desiderio di trovare una soluzione negoziata. Tuttavia, la situazione rimane incerta e il futuro del conflitto a Gaza dipenderà molto dalle prossime mosse diplomatiche.
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