Hamas apre ad accordo con Israele e richiama Netanyahu: “Rispetti gli impegni presi”

In Libano, le tensioni continuano a crescere con l'esercito israeliano che colpisce obiettivi legati a Hezbollah

Redazione
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Hamas, l’organizzazione islamista palestinese, ha recentemente dichiarato la propria apertura a un accordo con Israele, secondo quanto riportato da Husam Badran, un alto funzionario del gruppo. Questa dichiarazione giunge mentre a Doha si svolgono nuovamente colloqui volti a porre fine al conflitto in corso e a facilitare la liberazione degli ostaggi. Badran ha sottolineato che le richieste di Hamas sono “chiare e note”, evidenziando la necessità che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, rispetti gli impegni presi in precedenza.

La proposta egiziana, che prevede un cessate il fuoco di due giorni a Gaza in cambio della liberazione di quattro ostaggi israeliani, è un elemento centrale nelle attuali trattative. Hamas sembra disposto ad accettare questa iniziativa, a condizione che venga integrata nelle sue richieste più ampie per un accordo sugli ostaggi, risalenti al 2 luglio. Inoltre, il gruppo chiede garanzie che l’intesa egiziana faccia parte di un accordo complessivo con Israele.

Hamas: i colloqui

In risposta alla crescente tensione, il governo israeliano ha convocato una riunione in un luogo segreto, un evento non raro considerando il contesto di sicurezza attuale. Le riunioni, che solitamente si tengono presso l’ufficio del primo ministro a Gerusalemme, si stanno ora svolgendo anche presso il quartier generale delle Forze Armate a Tel Aviv, in risposta a minacce di attacchi contro i politici e gli edifici governativi.

Mentre i colloqui diplomatici si svolgono, i raid aerei israeliani continuano in diverse aree di Gaza. Recentemente, un attacco nel quartiere di Shujayea ha provocato la morte di almeno tre persone. Le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno confermato che le loro operazioni mirate stanno prendendo di mira combattenti di gruppi terroristici e hanno riportato scontri in diverse località, inclusi Rafah e Jabaliya. Nonostante gli sforzi di Hamas per ostacolare l’evacuazione dei civili, l’IDF afferma di continuare a lavorare per garantire la sicurezza dei residenti.

In Libano, le tensioni continuano a crescere con l’esercito israeliano che colpisce obiettivi legati a Hezbollah. Negli ultimi giorni, decine di attacchi aerei hanno mirato a infrastrutture e cellule militari, causando la morte di militanti e civili. Un attacco recente a Tiro ha portato alla morte di almeno cinque persone, secondo quanto riportato dal ministero della Salute libanese, e le operazioni di soccorso sono ancora in corso.

La posizione di Iran e Iraq

Dall’Iran, il portavoce del ministero degli Esteri ha dichiarato che Teheran utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione per rispondere all’aggressione israeliana. Il comandante delle Guardie Rivoluzionarie ha avvertito Israele di aspettarsi “amare conseguenze” per i recenti attacchi a siti militari iraniani. Ciò evidenzia l’interconnessione dei conflitti nella regione, in cui le tensioni non si limitano a Gaza, ma coinvolgono anche il Libano e l’Iran.

L’Iraq ha protestato ufficialmente contro l’uso del proprio spazio aereo da parte di Israele per attaccare l’Iran, sottolineando la violazione della sua sovranità. Questo incidente si inserisce in un contesto più ampio di tensioni regionali, dove ogni attacco e risposta sembrano contribuire a un ciclo di violenza che coinvolge più attori.

Infine, Israele sta sviluppando un nuovo sistema di difesa laser, l’Iron Beam, che sarà operativo tra un anno. Questo sistema è progettato per integrarsi con l’Iron Dome e affrontare minacce aeree più piccole come droni e razzi, una necessità emersa in risposta all’aumento degli attacchi aerei senza pilota provenienti dal Libano. Questo sviluppo segna un tentativo di migliorare le capacità difensive israeliane in un contesto di crescente instabilità e conflitto.

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