Groenlandia, il Cremlino avverte Trump: “Per fortuna, sono solo parole”

La Russia ha infatti voluto ricordare come la Groenlandia rientri nei suoi interessi strategici e come sia intenzionata a mantenere "pace e stabilità nella Regione"

Redazione
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Le mire di Donald Trump sulla Groenlandia non stupiscono più di tanto, visto che già sei anni fa il tycoon aveva espresso il sogno di entrare in possesso della regione che ora è sotto l’egida danese. L’importanza del territorio groenlandese, che si trova a soli 708 chilometri dal Polo Nord e che funge da ponte tra Usa e Russia, ha quindi scatenato qualche malessere internazionale, a causa del fastidio provocato dalle nuove mire del presidente.

Se la Danimarca e la Groenlandia stessa hanno dichiarato impossibile un’annessione con gli Stati Uniti, oggi anche il Cremlino ha deciso di inserirsi nella vicenda, sostenendo di star seguendo con una certa attenzione l’agenda di politica estera del 47esimo presidente degli Stati Uniti. La Russia ha infatti voluto ricordare come la Groenlandia rientri nei suoi interessi strategici e come sia intenzionata a mantenere pace e stabilità nella Regione“.

Con queste parole, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha quindi voluto mandare un messaggio ben chiaro al presidente eletto Usa, cercando anche di minimizzare il significato delle sue dichiarazioni. “Quelle di Donald Trump non sono altro che parole“, ha quindi liquidato il Cremlino, ricordando come anche nel 2019 il miliardario avesse le stesse intenzioni, poi mai portate a termine. Per quanto riguarda, invece, il controllo sul Canale di Panama, Peskov ha sottolineato come questa non sia una questione che concerne direttamente la Russia, ma di voler comunque continuare a seguirla con attenzione per comprendere come possano cambiare gli scenari geopolitici globali.

Groenlandia, un territorio al centro di interessi diversi

Terre rare, rotte marittime e collegamenti tra Nazioni, sono questi gli elementi che rendono la Groenlandia un territorio appetibile per diversi Stati nel globo. Non sono infatti solo gli Stati Uniti a nutrire un certo interesse per il territorio vicino all’Artico, ma sono gli unici a manifestarlo così rumorosamente. “Oggi, di particolare interesse sono le terre rare, che non sono ancora state estratte ma si trovano nella parte meridionale della Groenlandia“, ha spiegato Marc Jacobsen, professore associato al Royal Danish Defence College, chiarendo una delle motivazioni principali della ricchezza groenlandese.

Ma se i minerali necessari a produrre microchip e altre strumentazioni tecnologiche non bastassero, la Groenlandia risulta strategia anche per i rapporti tra Stati Uniti e Russia. “Se Mosca dovesse lanciare missili nucleari contro gli Stati Uniti, la via più breve sarebbe attraverso il Polo Nord e la Groenlandia“, ha infatti ricordato Jacobson, sottolineando anche come la base spaziale Pituffik sia fondamentale per la difesa Usa. Questa base, prima conosciuta come base aerea Thule, si trova in Groenlandia dalla fine della Seconda Guerra mondiale e da allora è controllata dagli Usa.

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