“Grazie Gisele Pelicot”, la giustizia ha trionfato ma la lotta continua. Macron: “Ha ispirato la Francia”

La lotta di Gisele Pelicot, nuovo simbolo del femminismo mondiale e vittima degli stupri di suo marito e di circa 50 sconosciuti, ha portato a condanne esemplari che chiudono per il momento una storia terrificante e dai risvolti sempre più inquietanti; l'ex marito è stato condannato a 20 anni di carcere

Redazione
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Gisele Pelicot è stata accolta da una folla di donne che hanno cantato il suo nome, davanti ad uno striscione in cui il nome di una delle donne più influenti del 2024 è stato accompagnato da una semplice parola: “Grazie“. Si tratta della riconoscenza di milioni di persone, che hanno ammirato la forza, il coraggio e la potenza di una donna che ha deciso di rendere pubbliche le violenze subite, accettando di far partecipare la stampa al processo che vede suo marito e una cinquantina di altri uomini accusati di averla stuprata a sua insaputa, per circa 10 anni.

Pelicot è ormai divenuta un simbolo del femminismo, della lotta alla violenza di genere e al machismo, ed oggi ha ottenuto la sua giustizia. Dominic Pelicot, o il mostro di Avignone, come lo ha rinominato la stampa francese, è stato condannato a 20 anni di reclusione per i reati a lui imputati. L’uomo, un insospettabile cittadino di Mazen, in Francia è stato accusato di aver drogato sua moglie con degli ansiolitici e di aver reclutato decine di uomini tramite internet affinché questi abusassero di lei. Inoltre, l’uomo è stato ritenuto colpevole del reato di pubblicazione di materiale intimo e pornografico legato non solo alla figura di sua moglie, ma anche a quella delle mogli dei suoi figli.

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Gisele Pelicot

Insieme a Dominique Pelicot sono stati condannati altri 49 imputati, con l’accusa di stupro aggravato, palpeggiamento o molestia sessuale, con pene che vanno dai 10 ai 18 anni di reclusione. Uno degli imputati è latitante ed è stato condannato in contumacia, mentre un altro ha dichiarato di non voler chiedere il processo di appello per “rispetto della vittima“. A ciascuno di questi uomini è stata data la possibilità di fare dichiarazioni in aula, ma la maggior parte di questi hanno preferito non parlare, mentre altri hanno semplicemente chiesto scusa a Gisele Pelicot per le sevizie e i trattamenti inumani che è stata costretta a subire.

Grazie Gisele Pelicot“, si accoda il presidente francese Emmanuel Macron, impegnato a mostrare solidarietà alla cittadina di Mayotte, distrutta dal maltempo, alle centinaia di messaggi di solidarietà che da ieri investono la protagonista di questa terribile storia. “Per le donne, che hanno per sempre un esempio per denunciare e per lottare“, ha sottolineato il presidente, ricordando l’importanza del gesto messo in atto dalla donna. Gisele non ha voluto nascondere la sua identità, ma ha preferito mostrarsi, per far comprendere che la vergogna non deve assalire la vittima ma colui che ogni volta esercita erroneamente il suo potere su un corpo altrui. “La sua dignità e il suo coraggio hanno commosso e ispirato la Francia e il mondo intero“, ha poi concluso Macron.

Gisele: “Questo processo è stata una prova molto difficile

Gisele Pelicot ha incontrato alcuni giornalisti fuori dal tribunale di Avignone e si è fermata alcuni minuti per mandare un messaggio a tutti coloro che ormai da mesi continuano ad osservare rapiti le evoluzioni di questo processo. “Si è trattato di una prova molto difficile“, ammette la donna, che ha dovuto scoprire passo dopo passo le sevizie e le violenze subite negli ultimi dieci anni mentre non era cosciente. “Accetto la decisione della corte“, aggiunge poi, senza entrare nei dettagli su quanto deciso.

Secondo quanto dichiarato dall’emittente Franceinfo, 41 dei 51 uomini condannati entreranno immediatamente in carcere. Di questi 41, 18 sono sono già in detenzione preventiva, mentre gli altri sono stati arrestati a seguito del processo. Le condanne degli stupratori di Gisele, che hanno ricevuto condanne che vanno dai tre ai quindici anni di detenzione sono state fortemente contestate da coloro che hanno atteso la pronuncia della corte fuori dal tribunale, dove sono stati intonati slogan di critica contro il sistema giudiziario francese.

A chi le ha chiesto come si sentisse dopo il caso mediatico nato dalla sua situazione, Gisele Pelicot ha sostenuto di “non essersi mai pentita di aver rifiutato un processo a porte chiuse“, in quanto la sua intenzione è quella di dimostrare che le vittime di violenza non devono temere di denunciare, né che la loro storia possa in qualche modo non essere ritenuta vera. “Penso, in primo luogo, ai miei tre figli e ai miei nipoti, perché loro sono il futuro ed è anche per loro che ho portato avanti questa lotta“, ha infatti dichiarato Pelicot, per poi aggiungere: “Penso alle vittime non riconosciute. Voglio che sappiate che condividiamo la stessa lotta“.

Francia, l’insospettabile Dominique Pelicot

Mentre Gisele viene osannata e dipinta come uno dei volti della nuova rivoluzione delle donne, suo marito rimane una figura ombrata, su cui la società francese, così come quella mondiale continua ad interrogarsi. Come è possibile che uno stupratore seriale sia passato inosservato per circa 10 anni? Come è possibile che le decine di uomini da lui contattati non abbiano mai pensato di ricredersi e di confessare le brutalità che avvenivano da circa un decennio ad Avignone? Come è possibile che un uomo riesca a nascondere così a lungo il suo lato bestiale, la sua mancanza di inibizioni?

Dominic Pelicot è stato fermato solo perché si è mostrato troppo incauto nello scattare foto a giovani ragazze in un centro commerciale. Un’azione che sembrerebbe quasi angelica rispetto a quanto compiuto nel suo passato, che ha però portato alla luce un quadro inquietante e orribile che ha sconvolto gli stessi agenti che si sono occupati del caso. Un matrimonio felice, tre figli ormai adulti e indipendente, una personalità carismatica e amorevole, che in realtà nascondevano un abisso di atrocità e violenze.

Il figlio maggiore dei Pelicot, ancora oggi non riesce a spiegarsi cosa sia accaduto negli scorsi mesi. In poche ore, la vita di questa famiglia ha preso una piega terrificante, dai risvolti che giorno dopo giorno divenivano sempre più inquietanti. “I miei genitori avevano questo talento nell’organizzare feste di compleanno a sorpresa per noi“, racconta il primogenito, con la nostalgia di un uomo che è ora consapevole che parte della sua esistenza è considerabile una bugia.

Tutti lo adoravano in quelle feste, i miei amici lo vedevano come un modello. Ballava con i miei amici, si sedeva a mangiare con i miei amici, e oggi quegli amici non capiscono cosa sta succedendo“, ha continuato, dipingendo il quadro di un uomo che ha saputo tenere separate due vite completamente diverse, provocando un trauma senza precedenti al suo intero nucleo famigliare.

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