Frank-Walter Steinmeier, presidente della Germania, ha deciso di rispondere alla richiesta del cancelliere Olaf Scholz, sfiduciato dal Parlamento tedesco lo scorso 16 dicembre, affinché le due Camere del Bundestag vengano sciolto e il Paese possa quindi dirigersi verso le elezioni anticipate. Una sorta di tentativo di risolvere la crisi politica ed economica che ormai da mesi affligge la Germania, da sempre motore industriale e pilastro fondamentale dell’Unione europea.
Il presidente tedesco ha quindi deciso di riflettere alcuni giorni, precisamente 21, prima di prendere una decisione sulle elezioni nel Paese. I principali leader dei partiti sono poi riusciti a trovare un accordo sul giorno delle votazioni. Il prossimo 23 febbraio, quindi, il popolo tedesco tornerà alle urne, per scegliere con sette mesi di anticipo la prossima guida del Paese. “Lo scioglimento del Bundestag prima della fine della legislatura e le elezioni anticipate sono casi eccezionali nel nostro Paese“, ha sottolineato Steinmeier nel corso delle sue comunicazioni alla Nazione, sottolineando però la necessità di questa presa di posizione.
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“Soprattutto in tempi difficili come quelli attuali, la stabilità richiede un governo efficace e maggioranze affidabili in Parlamento“, ha infatti dichiarato il presidente, sottolineando che queste nuove elezioni possano essere “la via giusta per il bene del nostro Paese. Steinmeier ha infatti evidenziato la situazione critica in cui è costretta a vivere la Nazione e come al momento l’obiettivo che la politica deve perseguire è quello della stabilità, perseguito con il compromesso di parti diverse che dovranno collaborare per la costruzione di un nuovo governo.
Germania, la sfiducia a Olaf Scholz
Lo scorso 16 dicembre, il cancelliere Olaf Scholz ha perso la fiducia del Bundestag, il Parlamento tedesco, a seguito di un lungo periodo in cui la tensione politica nel Paese è giunta alle stelle. Lo scorso 6 novembre, infatti, la prime incrinature del governo sono uscite alla luce del sole: la cosiddetta coalizione “semaforo“, composta da SPD, Verdi e Liberali dell’FDP, si è sempre più allontanata da Scholz, di fatto lasciandolo alla guida di un governo di minoranza.
Ciò che ha convinto queste forze a distanziarsi è un insieme di fattori diversi. Da un lato le difficoltà nella gestione dell’emergenza energetica provocata dalla guerra in Ucraina, poi le sempre più presenti fratture tra i Verdi e i Liberali che hanno poi portato al crollo della coalizione. Già da mesi, però, l’esecutivo di Scholz continuava a ricevere critiche a causa della presunta mala gestione dei temi economici e delle relazioni internazionali. L’allontanamento del ministro dell’Economia Christian Lindner, lo scorso 5 novembre, avrebbe provocato la prima profonda crepa nel governo di Scholz.
Alla base dell’allontanamento vi sarebbero divergenze di visioni sul tema della Legge di bilancio. Scholz era infatti convinto che, alla luce della profonda crisi tedesca, fossero necessari “margini finanziari maggiori“, mentre il ministro continuava a sostenere il bisogno di mettere in atto un giro di vite riguardante le spese per le politiche sul clima, sui sussidi all’Est e sulle tasse della società.
Il possibile esito delle elezioni in Germania
Al momento non è ancora possibile chiarire quale potrebbe essere l’esito delle elezioni anticipate in Germania. Da un lato, le forze estremiste dell’Alternative fur Deutchland (Afd) e dei cristiano democratici della Cdu continuano a guadagnare consensi, cercando di captare e inglobare il malcontento della popolazione. Dall’altro lato, però, le forze di governo attuali dovranno tentare di serrare i ranghi per riconquistare la fiducia degli elettori e dimostrare che quello attuale è stato solamente un incidente di percorso.
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