Oltre duemila persone si trovano fuori dal parlamento di Tbilisi, in Georgia, per manifestare contro l’insediamento del presidente eletto Mikheil Kavelashvili, non riconosciuto dalla parte di popolazione filo-Ue come il legittimo vincitore delle elezioni che si sono svolte nel Paese. La tensione, che da due mesi si è impossessata della Nazione, continua a crescere e si temono per la giornata di oggi nuovi scontri nella capitale.
La presidente uscente, Salome Zourabichvili, si torva ormai a capo di un movimento europeista che vuole portare la Georgia in una situazione di pace e libertà tali da permetterle di completare l’iter per l’entrata nell’Unione europea. Un piano che è ostacolato dal filo russo Mikheil Kavelashvili, volto del partito conservatore Sogno Georgiano, che ha promesso al Paese un ritorno alle tradizioni del passato e al controllo indiscriminato da parte della Russia.
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Zourabichvili, due settimane fa si è rifiutata di riconoscere l’elezione di Kavelashvili, sostenendo di essere pronta a lottare per proteggere i diritti dei suoi cittadini. Oggi, però, nel giorno dell’insediamento del nuovo presidente, questa è stata costretta a lasciare il palazzo presidenziale. “Lascerò questo posto“, ha infatti dichiarato davanti alla folla di georgiani radunati davanti al parlamento, per poi aggiungere: “Resto, però, l’unico presidente legittimo“.
Georgia, la contestata elezione di Kavelashvili
Le proteste odierne sono solo l’ultima scia di una tensione che continua a crescere e farsi strada nella popolazione ormai da due mesi. Lo scorso 14 dicembre, dopo un processo elettorale fortemente contestato, Mikhail Kavelashvili è stato ufficialmente eletto presidente della Georgia. Il conservatore e filo russo di Sogno georgiano ha avuto più di qualche problema a far ritenere valida la sua elezione. Kavelashvili è infatti il primo capo di Stato del Paese ad essere stato eletto da un collegio elettorale, in cui mancavano i membri dell’opposizione filo Ue, e non dal popolo.
Kavelashvili, inoltre, era l’unico candidato in corsa, per cui la sua elezione è apparsa scontata ai più. La presidente Salome Zourabichvili, divenuta il volto delle proteste degli europeisti, ha rifiutato di riconoscere l’elezione del suo successore ed ha minacciato di non lasciare il suo ruolo, pur di proteggere la libertà del suo popolo. Kavelashvili è fortemente osteggiato a causa della sua presunta collusione con il miliardario Bidzina Ivanishvili, il fondatore di Sogno georgiano, che secondo l’opinione pubblica del Paese starebbe governando il Paese di nascosto sin dal 2012.
La crisi nel Paese è nata però lo scorso 28 ottobre, giorno delle elezioni ufficiali. I due partiti candidati, Sogno georgiano e le forze pro-Ue hanno dichiarato la vittoria, ma gli scrutini hanno dichiarato la vittoria dei filo-russi con il 54,2% dei consensi. Immediati i dubbi su una possibile influenza russa, tanto che la portavoce della Nato, Farah Dakhalallah, ha dichiarato che “le segnalazioni di violazioni riguardo alle elezioni dovrebbero essere pienamente indagate“.
Il Cremlino ha però respinto ogni accusa su una possibile interferenza, sostenendo invece di non sapere “se riconoscere o meno le elezioni faccia parte del mandato del presidente“. facendo riferimento alle critiche del Capo di Stato attuale.
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