Gaza, Israele avverte: “Più Hamas continuerà a rifiutarsi di liberare gli ostaggi, più perderà territorio”

Il presidente egiziano avrebbe proposto il trasferimento di 500mila palestinesi nel Sinai in vista della ricostruzione. Mentre a Gaza continua l'invasione di terra, a Tel Aviv l'opposizione protesta per la deposizione del capo dello Shin Bet

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Abdel Fattah Al-Sisi, il presidente egiziano, avrebbe dichiarato agli altri leader del mondo arabo che Il Cairo è disposto a ospitare 500mila gazawi. Lo ha reso noto il quotidiano libanese Al-Akhbar, testata vicina a Hezbollah, ma la notizia è stata smentita. L’Egitto difatti ha negato in una nota le indiscrezioni puntualizzando che si tratta di “affermazioni completamente false che contraddicono totalmente la nostra posizione sin dai primi giorni della guerra“.

L’accoglienza temporanea della popolazione palestinese sarebbe stata volta a facilitare il processo di ricostruzione della Striscia di Gaza, e prevederebbe la dislocazione di mezzo milione di persone nel nord del Sinai. Sempre secondo Al-Akhbar, ma anche stando al rapporto citato dal Times of Israel, l’offerta di Al-Sisi sarebbe stata presentata nel corso dei colloqui che si sono tenuti nelle scorse settimane in Arabia Saudita e Qatar. L’operazione richiederebbe l‘apertura di valichi tra la Striscia e il Sinai per rendere praticabile il trasferimento di chi lo desidererà.

Gaza, in corso invasione del sud della Striscia

Israele intensifica la guerra a Gaza, con i raid e con le truppe di terra che avanzano verso il sud della Striscia, mentre lancia un altro ultimatum a Hamas. Lo Stato ebraico richiederebbe al gruppo palestinese di liberare subito gli ultimi 59 ostaggi tra vivi e morti, ancora in prigionia, o annetterà territori dell’enclave palestinese.

La notizia arriva a cinque giorni dalla ripresa della guerra e dopo i violenti raid dei giorni scorsi, che hanno portato alla morte di almeno 600 persone. In ogni caso, Israele continua a stringere la morsa, invadendo via terra il sud della Striscia, nei pressi di Rafah. Secondo quanto riportato dal portavoce dell’esercito, le truppe dell’Idf stanno spingendo verso nord, in direzione della città di Beit Lahiya e delle aree centrali.

Parigi ha riferito che due cittadini francesi, impiegati delle Nazioni Unite, sono rimasti gravemente feriti e ha condannato un “attacco inaccettabile contro un edificio dell’Onu“, mentre la Turchia ha accusato Israele di aver colpito in un “attacco deliberato” l’ospedale turco-palestinese nei pressi del Corridoio Netzarim, che secondo l’Idf non era più in funzione e veniva usato da Hamas come base per attività terroristiche. L’esercito ha inoltre reso noto di aver ucciso negli attacchi di giovedì il capo dell’intelligence militare del movimento palestinese nel sud della Striscia, Osama Tabash.

Intanto Hamas ha risposto al fuoco israeliano, lanciando i primi razzi dopo la fine della tregua. Il governo di Gaza ha parlato di una risposta ai “massacri sionisti contro i civili” nella Striscia, che in pochi giorni hanno portato ad almeno 600 vittime, innalzando a 49,617 il numero complessivo delle uccisioni dall’inizio degli attacchi israeliani. Durante la scorsa notte le sirene dell’antiaerea sono tornate a suonare a Tel Aviv, a seguito del lancio di un missile proveniente dallo Yemen, rivendicato poco dopo dagli Houthi.

Ho dato ordine all’esercito di conquistare altro territorio a Gaza, evacuare la popolazione ed estendere le zone di sicurezza” al confine tra la Striscia e Israele, ha annunciato il Ministro della Difesa, Israel Katz. “Più Hamas continuerà a rifiutarsi di liberare gli ostaggi, più perderà territorio che verrà annesso da Israele“, ha avvertito il Ministro.

Licenziato il capo dello Shin Bet. L’opposizione ricorre all’Alta Corte

Durante la notte il governo israeliano ha votato all’unanimità per la deposizione del capo dello Shin Bet. Il licenziamento del capo dell’intelligence interna è stato al centro delle accese proteste dei giorni scorsi contro il governo Netanyahu, sfociate in scontri violenti con la polizia tanto a Gerusalemme quanto a Tel Aviv.

Le dimissioni ufficiali di Ronen Bar sono previste per il 10 aprile, nell’attesa di trovare un sostituto adeguato. Bar, che non era presente al vertice che ha decretato il suo licenziamento, ha fatto recapitare una lettera dai toni particolarmente aspri nei confronti di Netanyahu, in cui si legge: “non a lui devo lealtà ma ai cittadini israeliani“.

Le forze dell’opposizione hanno reagito all’ufficializzazione del licenziamento rivolgendosi all’Alta corte, nella speranza che possa intervenire contro un provvedimento considerato “irregolare” da diversi oppositori. Una mossa per ora bloccata dall’Alta Corte di giustizia, che dovrà esprimersi sui ricorsi dell’opposizione entro l’8 aprile, scatenando un braccio di ferro con il premier.

In risposta ai ricorsi presentati e alla massicce proteste dei cittadini, la procuratrice generale di Israele, Gali Baharav-Miara, ha diffidato il premier da prendere qualsiasi decisione in merito fino alla pronuncia dei giudici, compresi eventuali colloqui per nominarne il successore. Poco prima dell’inizio dello Shabbat, Netanyahu ha replicato con fermezza che “non ci sarà nessuna guerra civile!” e ricordando che “lo Stato di Israele è uno Stato di diritto e, in base alla legge, il governo israeliano decide chi sarà il capo dello Shin Bet“.

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