Una delegazione israeliana sarebbe arrivata in Egitto per discutere della tregua a Gaza. A riportare la notizia è il quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed, sulla base di quanto riferito dal Times of Israel. I funzionari dello Stato ebraico sono giunti al Cairo domenica, dove hanno incontrato i loro omologhi dell’Egitto, che figura fra i Paesi mediatori per le trattative tra Israele e Hamas.
In discussione tra le due delegazioni sarebbe la possibilità di giungere a un accordo definitivo con il governo della Striscia per ottenere indietro i rimanenti ostaggi israeliani e concedere in cambio un cessate il fuoco.
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Le proposte di accordo per Gaza
La scorsa settimana Hamas ha reso noto di aver rifiutato l’ultima proposta di Israele per il cessate il fuoco. Per l’organizzazione al potere nella Striscia è fondamentale infatti che tra le condizioni dell’accordo vi sia l’impegno esplicito da parte di Tel Aviv a ritirare le truppe dal territorio palestinese e a concedere l’accesso agli aiuti umanitari, interdetto ormai dal 2 marzo.
Hamas ha tuttavia comunicato di essere disposto a discutere un accordo più ampio che includa la fine della guerra a Gaza: “Una nostra delegazione incontrerà oggi i funzionari egiziani per discutere nuove idee volte a raggiungere un cessate il fuoco”, così un alto funzionario all’agenzia di stampa Afp.
Da parte dei Paesi mediatori, Egitto e Qatar, sarebbe arrivata una proposta per una fine formale della guerra: un accordo che prevede una cessazione delle ostilità per una durata che va dai 5 ai 7 anni; in questo frangente Hamas dovrà rilasciare tutti gli ostaggi, vivi e morti, e a Israele sarà imposto di ritirare le truppe e di liberare un cospicuo numero di prigionieri palestinesi.
Israele, leader dell’opposizione richiede indagine su Netanyahu
Yair Lapid, leader del partito centrista Yesh Atid, dell’opposizione al governo di Benjamin Netanyahu, ha richiesto di avviare un’indagine a carico del leader dello Stato ebraico. La richiesta nasce a seguito delle ultime dichiarazioni il capo dello Shin Bet Ronen Bar, che di fronte alla Corte Suprema ha reso noto che il tentativo del premier di licenziarlo è arrivato dopo che si era rifiutato di soddisfare richieste che includevano lo spionaggio dei manifestanti israeliani e l’interruzione del processo per corruzione del primo ministro.
In una dichiarazione rilasciata a Channel 13, Lapid ha inoltre avvertito sulla possibilità concreta di violenza politica, se Netanyahu continuerà a “fomentare l’odio contro Bar”. Il leader centrista ha continuato sostenendo che “esiste materiale di intelligence sulla possibilità di un assassinio politico, Netanyahu lo sa e può fermarlo“.
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