Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato la nomina di Gabriel Attal, 34 anni, a nuovo primo ministro del governo francese. Attal, nominato a seguito delle dimissioni di Elisabeth Borne, è attualmente il più giovane premier mai nominato in Francia. Sei mesi fa era stato scelto come ministro dell’Educazione nazionale, e nel dover ricoprire il nuovo ruolo, Attal rassicura sul fatto che continuerà a stare al fianco del mondo dell’insegnamento.
Il percorso politico di Gabriel Attal
Gabriel Attal, legato a Macron fin dal 2017, è emerso come una figura di spicco nel panorama politico francese. Inizialmente affiliato al Partito Socialista, ha successivamente aderito al movimento La République En Marche! di Macron, contribuendo alla vittoria presidenziale del 2017.
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Il neo-primo ministro ha rapidamente scalato la gerarchia politica, ricoprendo incarichi significativi come portavoce del governo, ministro del Bilancio e, più recentemente, ministro dell’Educazione nazionale. Durante il suo mandato, Attal ha affrontato questioni importanti e piuttosto delicate, tra cui politiche contro il bullismo e il divieto per le studentesse di indossare l’abaya a scuola, vedendo in esso un simbolo religioso incompatibile con la laicità della scuola.
Il contesto politico del nuovo governo
Il nuovo primo ministro inizia il suo mandato in un clima politico complesso, che gli richiede la gestione di un governo senza una maggioranza parlamentare stabile e il dover fare i conti con la crescente impopolarità di Macron a seguito della fortemente contestata riforma delle pensioni.
La recente legislazione sull’immigrazione, approvata dal governo con il supporto dei partiti di centro destra, ha aggiunto ulteriori complessità al contesto politico. Infatti, la riforma, piuttosto controversa, punta a restringere ulteriormente l’accesso alla Francia per i migranti. Piuttosto curioso se si considera che nel 2018 fu lo stesso Gabriel Attal a criticare aspramente l’Italia per le sue politiche migratorie.
“La linea del governo italiano è vomitevole” aveva affermato Attal, “è inammissibile fare della politica di basso livello con delle vite umane, come sta succedendo ora. È ovvio che si discuta della linea Ue sulle migrazioni … ma che si faccia della politica di basso livello con delle vite umane in ballo, lo trovo davvero disgustoso“.
La risposta del governo italiano non si fece attendere e contrattaccò le critiche di Attal, affermando che si rifiutava di accettare lezioni da paesi che (come la Francia) in tema di immigrazione “hanno sempre preferito voltare la testa dall’altra parte”. L’appoggio di Renaissance alla nuova legge sembrerebbe pertanto portare acqua al mulino dell’ex governo italiano.
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