Francia, iniziato il voto sul governo e Le Pen affonda: “Barnier cadrà nel disonore”

Il Rassemblement National di Marine Le Pen e i partiti di sinistra del Paese sono pronti ad insorgere contro le prese di posizione del premier, che vorrebbe mettere in atto un giro di vite sulle spese del Paese, nel tentativo di salvare la Francia dalla sua "disastrosa situazione economica"; il presidente Macron ha dichiarato di non avere intenzione di dimettersi e di non essere "pronto a credere che verrà votata la sfiducia"

Redazione
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La resa dei conti tra le opposizioni e il primo ministro Michel Barnier è ormai giunta. A Parigi ha avuto inizio il voto sulla sfiducia al governo francese, che rischia di crollare sotto il peso di una riforma della previdenza sociale troppo dura. Il Rassemblement National di Marine Le Pen e i partiti di sinistra del Paese sono infatti pronti ad insorgere contro le prese di posizione del premier, che vorrebbe mettere in atto un giro di vite sulle spese del Paese, nel tentativo di salvare la Francia dalla sua “disastrosa situazione economica“.

Il taglio dei contributi e degli sgravi su tasse e medicinali avrebbero però infuriato la gauche e l’estrema destra, immediatamente intervenute per dimostrare la loro contrarietà al primo ministro. Sia Rn che La France Insoumise hanno infatti promesso la sfiducia al premier, di fatto facendo sprofondare il Paese nel caos. Dopo circa 24 ore di silenzio e un primo tentativo di trovare un accordo con le parti, il ministro Barnier ha preso la parola ieri sera, tentando di spiegare le conseguenze che seguirebbero al crollo di un governo che è salito al potere solo tre mesi fa.

Marine Le Pen, leader del Rassemblement National
Marine Le Pen, leader del Rassemblement National

Otto milioni di francesi vedranno aumentare le loro imposte sul reddito se la legge di bilancio non verrà approvata“, ha dichiarato il premier, tentando di giustificare la dura presa di posizione del suo governo sull’economia, per poi aggiungere convinto: “La sfiducia renderà tutto più difficile e più grave“. Sulle presunte dimissioni del presidente Emmanuel Macron, Barnier ha invece sostenuto di non avere dubbi: “Il Presidente della Repubblica è eletto per 5 anni e gode di  legittimità popolare“.

Nel caso in cui il governo di Barnier dovesse realmente cadere, allora spetterà al presidente Macron nominare un nuovo primo ministro al fine della creazione di un nuovo esecutivo. L’attuale primo ministro ha lasciato intendere di non volersi ricandidare. Il Capo dell’Eliseo ha cercato di mettere in guardia sia il partito socialista sia il Rassemblement National, sottolineando come la sfiducia al governo possa trasformarsi in una mossa deleteria per il Paese. Bardella (Rn) ha comunque confermato le intenzioni dei suoi deputati, pronunciando un perentorio “voteremo per la mozione di sfiducia“, per contrastare “un bilancio di recessione, pericoloso per la crescita economica e per il potere d’acquisto dei francesi“.

Le Pen: “Siamo giunti al momento della verità”

Il voto sulla mozione di sfiducia al governo Barnier ha avuto inizio a palazzo Bourbon, a Parigi, dove sono giunti i deputati che dovranno decidere del futuro del primo ministro Michel Barnier. L’atmosfera è piuttosto concitata e sulla questione hanno già preso la parola Eric Coquerel, deputato di La France Insoumise, Marine Le Pen, leader del Rassemblement National. Il primo avrebbe giudicato “illegittimo” il governo dell’attuale primo ministro.

Molto più dure le parole di Marine Le Pen che ha preso parola tra le urla e i fischi dei deputati, sostenendo che la seduta di oggi è un vero e proprio momentodella verità“, che avrà l’obiettivo di “mettere fine ad un governo effimero“. La leader del Rassemblement National non avrebbe dubbi, come dimostrano le sue dichiarazioni: “Michel Barnier cadrà nel disonore“.

Le Pen ha poi ricordato che Barnier avrebbe rifiutato il compromesso da lei proposto sulla rinuncia all’indicizzazione totale delle pensioni francesi, per poi affondare duramente: “L’intransigenza, il settarismo e il dogmatismo hanno proibito al primo ministro ogni minima concessione che avrebbe evitato questa conclusione“.

Francia, Barnier: “Non siamo in trattativa e non siamo sotto ricatto

Il primo ministro francese ha dichiarato di auspicare che oggi la mozione di sfiducia nei suoi confronti non venga votata, in quanto non si tratterebbe solamente di una questione di sopravvivenza politica, ma del benessere dell’intera Nazione. Sulla possibilità di un accordo tra le parti, il premier ha chiarito che questo non sarebbe possibile a causa della chiusura della sinistra.

Mi hanno detto, prima che aprissi bocca, che non volevano vedermi e che voteranno per la censura“, ha infatti sostenuto Barnier parlando dei deputati socialisti e sottolineando quindi che non vi sarebbe alcuna trattativa né un ricatto neanche per quanto riguarda il Rassemblement National: “Li rispetto come devo rispettare gli 11 milioni di francesi che hanno votato per loro“.

Francia, Macron: “Mie dimissioni? Fantapolitica

Mentre in Francia imperversa la crisi di governo, il Presidente Emmanuel Macron è costretto a seguire la questione in differita, in quanto occupato in una visita di Stato a Riad. Incalzato dai cronisti, il capo dell’Eliseo ha sottolineato di non avere alcuna intenzione di dimettersi dal suo ruolo e che qualunque altro tipo di pensiero sarebbe semplice “fantapolitica“.

Trattando poi nello specifico del possibile voto di sfiducia verso il governo Barnier, Macron ha sostenuto che il Rassemblement National, nel caso in cui la votasse, si renderebbe un partito cinico e insostenibile” nei confronti dei suoi elettori, che risulterebbero “insultati” dalla loro decisione. Allo stesso tempo, però, il presidente avrebbe inviato un messaggio di esortazione, affinché non si spaventi la popolazione francese con l’avvertimento di una possibile crisi finanziaria nel caso in cui il governo dovesse realmente cadere.

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