Francia, Barnier ragiona sul governo: le ipotesi per evitare la sfiducia

Barnier ha annunciato la formazione di un governo che non sarà solamente di destra, ma che sia aperto anche ad altre forze politiche. Sono molti i partiti in dubbio che vogliono attendere prima di dare il loro giudizio sul governo

Redazione
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Nel giorno in cui il Nuovo fronte popolare, spalleggiato da sindacati e associazioni, promette di portare nelle piazze della Francia i cittadini scontenti dell’elezione del nuovo primo ministro, all’Eliseo si discute per comprendere quante possibilità abbia il gollista Michel Barnier di costruire un governo che riesca ad ottenere la fiducia del Parlamento. Il neo primo ministro repubblicano, infatti, si trova di fronte ad una strada tutta in salita.

La sua inaspettata elezione non avrebbe infastidito solamente i cittadini francesi ma anche i partiti politici del Nuovo fronte popolare, che si sono visti sottrarre il diritto di proporre un primo ministro che provenisse dalle loro fila di partito. Nel corso delle elezioni di luglio, infatti, nessuno dei partiti in corsa ha ottenuto la maggioranza assoluta ma l’Nfp è arrivato primo per numero di voti. Si presupponeva dunque, che il nuovo primo ministro fosse proposto ed eletto proprio dalla gauche.

Marine Le Pen
Marine Le Pen, leader del Rassemblement National

Nulla è andato secondo i piani, ed ora la Francia si trova nuovamente col fiato sospeso, in attesa di capire se Barnier riuscirà a superare la prima delle sfide che lo attendono. La formazione del governo potrebbe infatti rivelarsi una sfida più ostica del previsto, in considerazione dei contrasti che potrebbero nascere con le altre forze politiche francesi. Sembrerebbe che il Rassemblement National di Marine Le Pen possa fungere da ago della bilancia, ma lo stesso Bardella ha confermato che prima di prendere una decisione, i suoi colleghi vogliono attendere “il discorso di politica generale del premier“.

Francia, le ipotesi sulla fiducia al governo

Michel Barnier ieri ha dato inizio alle consultazioni per la formazione del governo, nella speranza di dare avvio ad un progetto che non incorra in troppi ostacoli e soprattutto che riesca ad ottenere la fiducia del Parlamento. La sfida sembra piuttosto ostica, visti anche i numerosi “forse” che ancora caratterizzano i diversi partiti politici francesi. Il governo del primo ministro gollista necessita comunque di 289 voti favorevoli su un totale di 577 seggi, un numero che potrebbe essere raggiungibile se Barnier riuscisse a convincere i partiti giusti.

Gabriel Attal
Gabriel Attal, ex premier francese

Il Nuovo fronte popolare ha ovviamente dichiarato di non sostenere in alcun modo il governo in formazione, sottraendo così dal conto già i 193 seggi occupati dai parlamentari che provengono dai tre partiti della coalizione della gauche. A Barnier, quindi, non resta che convincere tutti gli altri esponenti politici. I seguaci di Macron, ora nuovamente guidati dall’ex premier Gabriel Attal, hanno dichiarato di essere ancora indecisi sul da farsi: “Non ci sarà né volontà di blocco né appoggio incondizionato e saremo aperti a compromessi con altre forze politiche“.

Anche dal Rassemblement National giungono segnali rincuoranti. Per il momento non vi sono chiusure nei confronti di Barnier e sembrerebbe che il partito stia attendendo il primo discorso del premier per comprendere su che posizione spostarsi. I 126 parlamentari del partito di Marine Le Pen potrebbero infatti essere i numeri che decideranno la fiducia o la sfiducia del governo di Barnier.

Barnier: “Il mio non sarà un governo solamente di destra

Nel mezzo del tumulto che si trova a vivere la politica francese, il neoeletto Barnier ha deciso di rilasciare un’intervista a Tf1 nella speranza di chiarire un po’ le idee ai colleghi e soprattutto agli elettori scontenti. Un sondaggio pubblicato da Le Figaro ha infatti rivelato che il 74% dei francesi ritiene che l’elezione del gollista non sia rispettosa nei confronti del voto espresso dai cittadini, i quali avrebbero mostrato una predilezione per i partiti della gauche.

Il primo ministro ha dichiarato che il suo governo non sarà esclusivamentedi destra“, come invece temono i cittadini, sostenendo che “ci saranno persone della mia famiglia politica e ci sarà anche gente di sinistra“. Questo perché Barnier si è descritto come un ministro “non settario” ma pronto “ad aprire la porta e aprire il tavolo a tutti coloro che lo desiderano“. Il neoeletto primo ministro ha poi confermato la necessità di discutere con tutti i partiti politici, per trovare una quadra che permetta la formazione del governo.

Per quanto riguarda il Rassemblement National, Barnier ha sostenuto di avere “poco o nulla in comune con le loro tesi e le loro teorie“. Una frase che potrebbe mettere in discussione l’appoggio del partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella e quindi ribaltare le possibilità del primo ministro di costruire un governo che regga ai colpi del Parlamento.

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