Emma Heming, moglie di Bruce Willis: “Noi caregiver non siamo supereroi”

I caregiver non sono supereroi: Emma Heming, moglie di Bruce Willis, mette in luce una problematica che è venuta fuori con la storia di Gene Hackman

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Emma Heming, moglie di Bruce Willis ha girato un video che ben presto è diventato virale. Suo marito è affetto da demenza frontotemporale e da qualche anno si è ritirato dalla scene. Lei si sta occupando di lui e, seppur ha a disposizione un bel patrimonio, spesso non ce la fa a dare il giusto sostegno al marito, sia fisicamente sia psicologicamente.

Si è ispirata alla morte straziante di Gene Hackman e sua moglie, per parlare di un argomento sui cui ci si sofferma poco: il bisogno di essere aiutati per i caregiver. Subito ha trovato grande approvazione da parte del mondo dei social: sono tante le persone che si trovano nella stessa posizione ed avrebbero bisogno di maggiore appoggio.

Le parole di Emma Heming: “Anche noi caregiver abbiamo bisogno di aiuto”

In un video Emma Heming ha voluto commentare la storia di Gene Hackman che è stato trovato morto insieme a sua moglie, in casa: “Non è qualcosa su cui normalmente farei commenti, ma credo davvero che ci sia qualcosa da imparare da questa storia. Mi ha fatto pensare a questa storia più ampia, e cioè che anche i caregiver hanno bisogno di cure e che sono vitali“.

Poi ha aggiunto: “Penso che ci sia questo malinteso comune che, come caregiver, abbiano capito tutto, hanno tutto sotto controllo, sono bravi. Io non lo sottoscrivo. Penso che dobbiamo essere presenti per loro in modo che possano continuare a essere presenti per la loro persona. Anche chi si prende cura di qualcuno ha bisogno di cure. Punto“.

Chi aiuta i caregiver? Le parole di Emma Heming portano alla luce un grande problema

Il caregiver è il familiare che si occupa di aiutare un genitore, un fratello o un figlio con gravi patologie, seguendolo durante l’arco della giornata. Questi casi sono molto più comuni di ciò che pensiamo, anche se si parla pochissimo di questa figura.

Spesso i caregiver vengono visti come persone che non hanno bisogno di aiuto, perché ce la fanno da soli, ma non è così. Quando c’è un familiare che sta poco bene ci si preoccupa di più di lui che di chi deve spendere tanto tempo e tante forze per accudirlo.

La morte della moglie di Gene Hackman, Betsy Arakawa, ha portato in luce questa problematica. Lei aveva contratto un virus ma, per badare al marito, aveva perso di vista la propria salute. Ciò l’ha portata alla morte e per ben due settimane Hackman, malato di alzheimer, non ha saputo chiedere aiuto ed è morto solo, dimenticandosi anche di dare da mangiare al cane.

Questa storia è straziante ma se è successo ciò ad una coppia benestante (lui è stato un grande divo di Hollywood), quanto può essere comune tra la gente comune una situazione del genere? Sono tante le persone, in queste ore, che stanno dando ragione ad Emma Heming, sostenendo che spesso lo Stato non aiuta i caregiver che vengono visti come “supereroi”. Basterebbe che il peso di queste situazioni non ricadessero interamente su un’unica persona ma che ci fosse più collaborazione tra i familiari quando si presentano questi casi particolari.

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