Dopo gli Usa Elon Musk punta all’Europa: quali sono i piani del magnate sudafricano

Ora che l'elezione di Trump è stata raggiunta, Musk ha deciso di spostare le sue mire sul Vecchio Continente, prendendosela con personaggi politici e istituzionali di varie Nazioni, creando scontento e anche un po' di timore

Redazione
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L’ombra delle promesse di Donald Trump incombe ormai sull’Unione europea, già pronta a dover affrontare cambiamenti piuttosto drastici a seguito della salita al potere del tycoon. L’elezione del repubblicano porta però con sé un ulteriore consapevolezza: Elon Musk sarà sempre più presente e influente nelle politiche dei Paesi europei.

Già nel corso della campagna elettorale, l’uomo più ricco del mondo ha dimostrato come il suo potere, dato da quasi infinite disponibilità economiche, contratti con il governo Usa e il possesso di una intera piattaforma social, sia in grado di spostare le volontà di un elettorato. Ora che l’elezione di Trump è stata raggiunta, Musk ha deciso di spostare le sue mire sul Vecchio Continente, prendendosela con personaggi politici e istituzionali di varie Nazioni, creando scontento e anche un po’ di timore.

Non si è salvata neanche l’Italia, bersagliata alcuni mesi fa per quanto riguarda il caso dei centri in Albania. Il magnate aveva sfruttato X per commentare la decisione dei giudici del Tribunale di Roma, definendola “inaccettabile” e aggiungendo: “Il popolo italiano vive in una democrazia o è un’autocrazia non eletta a prendere le decisioni?“. Un’insinuazione che ha costretto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad intervenire per specificare che “l’Italia è un Paese democratico che sa badare a se stesso nel rispetto della sua Costituzione“.

Le influenze di Musk sull’Europa

L’ultimo attacco dell’uomo più ricco del mondo, invece, è giunto oggi ed ha colpito il primo ministro inglese Keir Starmer. “Deve andarsene e deve essere perseguito“, ha infatti sostenuto Musk, che nelle scorse settimane ha dato il suo endorsement al leader del partito anti-immigrazione Reform UK e al suo leader Nigel Farage. Secondo diversi sondaggi tenuti nel Paese, il personaggio di Musk continua ad attrarre l’interesse di sempre più giovani, catturati nella ragnatela della sua propaganda.

Keir Starmer primo ministro Gran Bretagna
Keir Starmer primo ministro Gran Bretagna

Così i Tweet dell’imprenditore che sostengono la richiesta dell’ex premier Liz Truss di interrompere i finanziamenti all’emittente BBC e quelli che esortano alla liberazione dell’attivista britannico di estrema destra Tommy Robinson preoccupano sempre di più le autorità britanniche. “Musk ormai non è più solo un commentatore molto critico della vita politica britannica, ma è un attore di primo piano“, si legge infatti in un editoriale sul Times a firma di Patrick Maguire.

C’è chi, però, ricorda come ogni mossa politica di Musk abbia solo un obiettivo: il denaro e gli accordi economici. La politica, le ideologie, il giusto e lo sbagliato, passano tutti in secondo piano. Così, assume tutta un’altra importanza l’influenza dell’uomo più ricco del mondo, che cerca di muovere i fili di una macchina politica che però potrebbe rivelarsi ben più potente di lui.

Non è possibile dimenticare, infatti, come la Commissione Ue, più volte attaccata dall’imprenditore, abbia ormai messo nel mirino la sua piattaforma social, X. Questa è accusata di condividere contenuti non veritieri e spesso dannosi e soprattutto di non rispettare le regole del Dsa europeo. La commissaria europea, Vera Jourova, era arrivata addirittura a definirlo il “promotore del male” in una intervista a Politico.

Resta da capire, quindi, in che modo le intenzioni di Musk evolveranno nel momento in cui Donald Trump salirà effettivamente al potere. L’imprenditore non avrà alcun ruolo ufficiale all’interno del Governo Usa, al contrario di quanto ipotizzato in campagna elettorale, ma svolgerà il ruolo di consigliere del presidente e sarà a capo del Dipartimento per l’efficienza Usa, che ha lo scopo di sburocratizzare il Paese e rendere più semplice la vita degli imprenditori statunitensi.

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