Gli Stati Uniti non sono un luogo per “aspiranti dittatori”: lo ha dichiarato la candidata democratica Kamala Harris a 6 giorni all’Election day nel suo discorso direttamente dalla capitale Washington D.C., non lontano dalla Casa Bianca. Donald Trump intanto ha tenuto una conferenza stampa nel suo resort a Mar-a-Lago in Florida, dove ha sferrato diversi attacchi contro la dem e il presidente Biden.
Al momento la situazione tra i due candidati vede Harris avanti di due punti a livello nazionale. Negli Stati chiave la situazione è la seguente: i due candidati sono testa a testa in Pennsylvania, Michigan, Wisconsin e Nevada, mentre Trump è leggermente avanti in North Carolina, Arizona e Georgia.
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Il discorso di Harris da Washington D.C.
Harris ha parlato direttamente dal parco The Ellipse, lo stesso dal quale Donald Trump nel 2021 pronunciò il discorso in cui invitò i suoi sostenitori a “lottare come
dannati”, che venne seguito dall’assalto a Capitol Hill. Secondo le autorità della capitale erano presenti oltre 52mila persone e alcune di loro hanno atteso circa due ore e mezza in fila, mentre altre non sono nemmeno riuscite ad entrare nel perimetro dell’Ellipse, costrette ad ascoltare la dem dal prato di fronte.
Una folla sicuramente diversa dai sostenitori che venerano Trump, specialmente quelli del 6 gennaio 2021. Il pubblico di Kamala è più consapevole e critico, anche nei confronti della stessa candidata, infatti non la appoggia in tutto. Tra i presenti di ieri c’erano uomini e donne neri e bianchi, famiglie e studenti. C’erano alcuni cartelli con la foto di Trump con i baffi alla Hitler, altri per protestare per il diritto all’aborto e altri ancora per la difesa della comunità Lgtbq+.
In un discorso di mezz’ora Harris ha voluto riassumere la sua campagna e il suo programma elettorale, portando la sua visione di America e contrapponendola a quella di Trump. “Donald Trump è instabile e vuole il potere assoluto“ ha avvertito la dem. Gli Stati Uniti non sono un paese per “aspiranti dittatori” e i manifestanti di Seneca Falls e dello Stonewall “non hanno lottato e dato la loro vita solo per vederci cedere le nostre libertà fondamentali. Non lo hanno fatto per vederci sottomettere alla volontà di un altro meschino tiranno”, ha aggiunto.
“Questo voto è una scelta fra il caos e la divisione o la liberta“, ha avvertito Harris, ricordando che Trump parlando dall’Ellipse 3 anni fa aveva incoraggiato l’attacco a Capitol Hill, per “ribaltare un’elezione libera e giusta. Un’elezione che aveva perso”. Ha poi proseguito parlando di diversi punti della sua campagna elettorale.
Sulla continuità con la presidenza di Biden ha dichiarato, come già affermato in altre occasioni, che sarà diversa e ha promesso che si concentrerà nella lotta per l’aborto e i diritti riproduttivi delle donne. Ha sottolineato che è tempo di “avere una nuova generazione di leader che guidino l’America” e ha ricordato che difenderà lo stato sociale, le pensioni, la politica per calmierare i prezzi dei farmaci e dei
beni alimentari.
Per Harris Trump gareggia solo per i propri interessi e se il repubblicano ha dichiarato di avere nemici interni, lei ha affermato di non credere che le persone che non sono d’accordo con lei siano nemici. “Lui vuole metterle in prigione. Io darò loro un posto al mio tavolo. E mi impegno ad essere un presidente per tutti gli americani, mettendo sempre il paese al di sopra del partito e dell’interesse personale”.
Se eletta, entrerà alla Casa Bianca “con una lista di priorità per gli americani”, mentre Trump “con una lista di nemici da punire”. Agendo in questo modo Trump non pensa a come migliorare la vita degli statunitensi e si mostra così com’è, “una persona instabile, ossessionata dalla vendetta, consumata dal rancore e alla ricerca di un potere incontrollato”.
La dem non ha parlato in modo particolare ai suoi elettori, ma agli indecisi, agli indipendenti e ai Repubblicani anti-trumpiani. E a loro ha suggerito che è ora “di voltare pagina”. La dem ha voluto rassicurare i moderati, ribadendo che si occuperà di tagliare le tasse alla classe media e di affrontare il problema della criminalità organizzata e dell’immigrazione incontrollata, “ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che siamo una nazione di migranti”.
Riguardo alla politica estera, ha dichiarato di non voler abbandonare gli alleati degli Usa nel mondo, rispondendo alle dichiarazioni di Trump che è intenzionato a uscire dalla Nato e alla sua vicinanza a Putin e Kim Jong-un. Ma non ha aggiunto altro, lasciando in dubbio i sostenitori che hanno bisogno di certezze sulla linea che seguirà per la guerra mediorientale. Il rischio è quello di perdere il voto degli arabo statunitensi del Michigan, uno degli Stati in bilico dove c’è una grande presenza di questa comunità.
La conferenza stampa di Trump
Il tycoon nella conferenza stampa in Florida ha attaccato la sua rivale, accusandola di aver messo in campo una “campagna di odio“. Ha accusato “i corrotti” Biden e Harris di aver “distrutto tutto”: hanno portato all’aumento dell’inflazione, al peggioramento della situazione dell’immigrazione alla frontiera, alla perdita della leadership statunitense nel mondo. “Io corro con un piano per salvare il nostro Paese, non abbiamo scelta”, ha promesso Trump agli elettori. Ha poi risposto alle accuse di ex membri della sua amministrazione dicendo di non essere un nazista, “sono il contrario di un nazista”. È Kamala a essere una fascista.
Ma nel suo discorso di un’ora non ha affrontato le polemiche che sono nate dalle affermazioni razziste contro Porto Ricco di un comico al suo comizio di New York. Invece ha dichiarato che nel suo evento “c’era amore, era una festa dell’amore al Madison Square Garden”, e ha criticato le accuse che lo vedevano simile a un raduno nazista.
A difendere il tycoon anche la moglie Melania, che a FoxNews ha definito “orribili” i paragoni tra il marito e Hitler: “Non è Hitler e tutti i suoi fan lo sostengono perché vogliono vedere il successo del loro Paese”. Per l’ex first lady gli americani “vedono cosa sta succedendo negli Usa e sanno che tipo di leader vogliono. Vogliono la prosperità, vogliono il ritorno del sogno americano”.
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