Diritto all’aborto negli Usa: il caso della Florida come emblema dell’utopia democratica

Il successo di Trump e Vance non solo alla Casa Bianca. La Florida diventa il primo Stato in cui fallisce una misura a tutela all’interruzione di gravidanza dopo il rovesciamento nel 2022 della sentenza Roe v Wade

Giulia Fuselli
7 Min di lettura

Proteggerò le donne, che a loro piaccia o meno“. Lo aveva detto Donald Trump in un comizio nel Wisconsin. Non era ancora certa la sua vittoria quando pronunciò questa frase, ma ora è sicuro: da gennaio la Casa Bianca si tingerà di rosso con il leader repubblicano che tornerà ad occupare lo studio Ovale. I risultati delle elezioni proclamano il leader repubblicano il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America e, oltre ad aver battuto la democratica nonché attuale vicepresidente Kamala Harris, il trionfo del tycoon viene confermato anche dagli esiti del referendum sull’aborto.

Trump, Vance vicepresidente
Trump, Vance vicepresidente

In occasione delle elezioni presidenziali, in Florida e in altri nove Stati, è stato sottoposto a referendum un emendamento per estendere il diritto all’interruzione di gravidanza fino a 24 settimane dalla formazione del feto. Tuttavia, il referendum, anche conosciuto come “Emendamento 4”, non ha raggiunto la soglia del 60% di voti favorevoli necessari per essere approvato, fermandosi al 57%. Così, mentre Donald Trump ottiene il secondo mandato presidenziale, i repubblicani celebrano un’altra vittoria significativa contro la Harris, la quale aveva messo i diritti riproduttivi delle donne al centro della sua campagna elettorale.

Aborto, dalla sentenza Roe v Wade al suo annullamento

Nel dibattito politico tra Kamala Harris e Donald Trump, il diritto all’aborto torna al centro dell’attenzione negli Stati Uniti. L’accesso a tale pratica è in continua evoluzione nel Paese da oltre due anni, dopo l’annullamento della sentenza Roe v Wade nel gennaio del 2022 da parte della Corte Suprema, che ristabilisce il controllo sulla procedura ai singoli Stati.

Il caso Roe contro Wade risale al 1973 quando la Corte Suprema stabilì che il diritto di una donna di interrompere la gravidanza era protetto dalla Costituzione degli Stati Uniti fino al momento della vitalità del feto, di circa 24 settimane. La storica sentenza ha definito un quadro per regolamentare l’aborto basato su un sistema trimestrale. Nei primi tre mesi di gravidanza, alle donne è stato concesso un diritto quasi assoluto all’aborto. Nel secondo trimestre, ha consentito regolamenti per proteggere la salute delle donne. E nel terzo, ha consentito agli Stati di vietare gli aborti purché fossero fatte eccezioni per la salute e la vita della madre.

Questo sistema è rimasto vigente per quasi 50 anni, fino alla decisione della Corte Suprema di consentire ai singoli stati di decidere sull’accesso all’aborto: alcuni hanno emanato divieti totali, mentre altri proteggono la procedura durante tutta la gravidanza. La questione dell’aborto è stata catartica per la campagna della Harris che ha promesso di ripristinare i diritti ad interrompere la gravidanza a livello federale, mentre Trump ha affermato che lascerà la questione agli Stati.

Aborto: cosa è successo in Florida

Il caso della Florida è singolare. Nello Stato definito come “patria della politica” di Donald Trump, l’interruzione di gravidanza continuerà a essere consentita non oltre le sei settimane. I cittadini aventi diritto hanno votato per aggiungere alla costituzione dello Stato una clausola che proteggerebbe l’accesso all’aborto: “Nessuna legge proibirà, penalizzerà – recita la nota – ritarderà o limiterà l’aborto prima della vitalità o quando necessario per proteggere la salute del paziente, come stabilito dal medico curante“.

Neonato
Neonato

L’esito del referendum rappresenta quindi un grande successo per i repubblicani guidati da Ron DeSantis, che nel 2022 ha portato il divieto dell’aborto fino a 15 settimane riducendolo dalle precedenti 24 settimane. Già nel 2023 lo aveva portato a 6 settimane, rendendo difficile l’interruzione di gravidanza e costringendo molte donne ad andare in altri Stati per poter abortire.

Con questo risultato, la Florida diventa il primo Stato in cui fallisce una misura a tutela all’interruzione di gravidanza, dopo il rovesciamento nel 2022 della sentenza Roe v Wade. Il referendum sull’aborto è un flop, nonostante il 57% dei votanti che si è espresso a favore. Il presidente del Center of Reproductive Rights, Nancy Northup, ha criticato la soglia del 60% richiesta in Florida per l’approvazione del referendum, la più alta tra tutti gli Stati Uniti. “I cittadini vivono sotto un divieto di aborto che non hanno richiesto e che non vogliono“, ha dichiarato. “Come ha dimostrato la maggior parte degli elettori questa sera, desiderano riacquistare la loro libertà riproduttiva. Tuttavia, a causa di questa soglia così alta e della campagna di disinformazione promossa dallo Stato, sono costretti a convivere con la paura, l’incertezza e la negazione delle cure che derivano dall’annullamento della sentenza Roe v. Wade“, ha poi aggiunto Northup.

Il governatore repubblicano, Ron DeSantis, ha accolto con soddisfazione la vittoria, mentre per molti la delusione ha fatto capolino. In tanti speravano che la Florida, situata tra Stati con leggi particolarmente restrittive sull’aborto, potesse diventare nuovamente un punto di riferimento per le donne del Sud-est degli Stati Uniti che desiderano interrompere la gravidanza.

Aborto: il risultato negli altri Stati

Sul referendum non si sono espressi solo i cittadini della Florida, ma anche quelli di altri nove Stati americani. In Colorado, Maryland, Nevada, New York, Montana il quesito referendario proponeva di inserire il diritto all’aborto nella Costituzione. In Arizona, Florida, Missouri e South Dakota proponeva di estendere il diritto all’aborto dove è vietato o limitato. Il referendum sull’aborto ha ottenuto il via libera solo in quattro Stati su dieci: New York, Arizona, Colorado e Maryland.

Che Trump abbia scelto J.D. Vance come vicepresidente non è certo un caso. La sua posizione fermamente contraria in tema di aborto è ben nota a tutti. Durante un confronto con il vice proposto da Harris, Tim Walz, afferma: “Voglio che noi come partito repubblicano siamo pro-famiglia nel senso più pieno del termine. Voglio che rendiamo più facile per le mamme permettersi di avere figli“. Secondo il LGBTI Washington Blade, il prossimo vicepresidente si sarebbe opposto anche alle eccezioni per le vittime di stupro e incesto. Un temperamento, quello di Trump e Vance, che inevitabilmente avrà delle conseguenze sulla società americana e il principio di una nuova era.

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