Dazi, Macron rilancia l’allarmismo: “Questa è una pausa fragile, si lavori ancora alle contromisure”

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I 90 giorni di sospensione dei dazi Usa e dei contro dazi europei sono iniziati. Mentre l’orologio ticchetta, ricordando a tutte le parti in gioco l’importanza di questo lasso di tempo, negli Stati Uniti e in Europa si riflette sulle implicazione che i tre mesi di stop portano con sé. Nel giorno del dietrofront di Trump, le Borse americane sono tornate a volare, facendo anche sorgere a qualcuno il dubbio che il presidente potesse aver praticato una manipolazione dei mercati, ma già ieri Wall Street è tornata a chiudere in rosso.

L’incertezza del periodo, unita al timore di una guerra commerciale tra Usa e Cina, spaventa gli investitori e rischia di martorizzare il dominio americano sui mercati finanziari. Gli Stati Uniti, però, non sono l’unico Paese a temere le conseguenze di questi 90 giorni. Il presidente francese, Emmanuel Macron, che sin dal primo giorno ha tifato per contromisure durissime da parte dell’Ue nei confronti dei dazi di Trump, è tornato a ricordare i pericoli che la nuova politica economica statunitense porta con sé.

Nello specifico, il titolare dell’Eliseo ha voluto ricordare che nonostante la pausa sui dazi reciproci, l’Europa non è ancora del tutto immune dalle tariffe maggiorate da Donald Trump. “I dazi del 25% su acciaio, alluminio e automobili e quelli del 10% su tutti gli altri prodotti sono ancora in vigore“, ha sottolineato il presidente francese, evidenziando come tali aumentino colpiscano 52 miliardi di euro di prodotti europei. In questo senso, quindi, il presidente della Francia ha voluto mettere in luce la “fragilità” del periodo che l’Unione europea si trova a vivere e i pericoli che dunque vi si nascondono.

Macron: “L’Europa deve continuare a lavorare su tutte le contromisure disponibili per i dazi”

Macron, quindi, continua a chiedere la linea dura. In un messaggio pubblicato sul suo profilo ufficiale su X, il leader francese ha sostenuto che la sospensione dei dazi per 90 giorni può sicuramente essere interpretato come un “segnale positivo” e come una “porta aperta al negoziato“, ma in ogni caso deve essere affrontata con cautela e soprattutto nella consapevolezza che la situazione può cambiare da un momento all’altro.

L’obiettivo della Commissione europea, dunque, deve essere duplice. Mentre si lavora al fine di trovare un accordo vantaggioso con gli Stati Uniti, l’Europa deve anche tenere a mente la possibilità che questo possa naufragare. “L’Ue deve continuare a lavorare su tutte le contromisure necessarie e mobilitare tutte le leve disponibili per proteggersi“, ha quindi sostenuto Macron, sottolineando che questi meccanismi sono necessari anche ad evitare che Paesi terzi riescano ad influenzare il mercato europeo.

In ogni caso, l’obiettivo finale deve ovviamente essere quello dell’apertura di un negoziato che porti ad una accordo equilibrato, senza asimmetrie e soprattutto all’eliminazione delle tariffe al momento esistenti. Tale proposito deve poi essere raggiunto in tempi brevi, in quanto questa pausa di 90 giorni non farebbe altro che “prolungare per tre mesi l’incertezza sulle nostre attività, su entrambe le sponde dell’Atlantico e oltre“.

Macron ha quindi annunciato che la Francia è pronta a sostenere questo impegno e che di conseguenza anche il resto dell’Europa deve esserlo. “Restiamo lucidi, uniti e difendiamo con fermezza i nostri interessi“, ha tuonato Macron, ricordando poi gli incontri che in questi giorni sono stati portati avanti dal governo francese e le realtà industriali, estremamente “preoccupate” dalle conseguenze che l’aumento delle tariffe potrebbe portare con sé.

I governi e le istituzioni devono continuare a lavorare proprio tenendo in considerazione i bisogni e le necessità delle realtà industriali, fondamentali per la tenuta del Paese. “Qui sono in gioco i posti di lavoro e le vite dei nostri territori“, ha spiegato Macron, chiarendo che la Francia è pronta a lavorare insieme all’Unione europea “per proteggere le nostre imprese e i nostri settori, tutto per affermare la nostra sovranità economica, tutto per garantire il futuro dei nostri posti di lavoro“.

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