Il leader della Corea del Nord Kim Jong-un ha confermato di aver testato un nuovo missile balistico intercontinentale che ha definito come “l’arma strategica più potente del mondo”. L’obiettivo è rafforzare il suo deterrente nucleare e dimostrare al mondo “la fermezza della Corea del Nord nell’affrontare i suoi nemici”. Immediata la condanna degli Stati Uniti, della Corea del Sud, della Cina e del Giappone.
Il test della Corea del Nord
Il missile testato da Kim Jong-un è uno dei missili più potenti del Paese e secondo il ministro della Difesa giapponese, appartiene alla “classe dei missili balistici intercontinentali (ICBM)”. Questi hanno una gittata di almeno 5.500 chilometri e vengono generalmente progettati per trasportare testate nucleari. Secondo il ministro della Difesa del Giappone Gen Nakatani il tempo di volo del missile è stato di 86 minuti, il più lungo di sempre per i nordcoreani, e ha dichiarato che probabilmente è “diverso dai missili convenzionali”, perché “questo di oggi ha coperto in volo una distanza stimata di 1.000 km a un’altezza di più di 7.000 km“.
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Il lancio è avvenuto dalla regione di Pyongyang intorno alle 7.10 di questa mattina ora locale ed era puntato verso il Mar del Giappone, come ha reso noto l’agenzia di stampa Yonhap citando fonti militari sudcoreane. Sarebbe infine caduto al largo della zona economica esclusiva del Giappone, 300 km a ovest dell’isola di Hokkaido. Si ritiene che il missile sarebbe in grado di colpire gli Stati Uniti.
Il leader Kim, secondo l’agenzia di stampa statale nordcoreana KCNA, ha dichiarato che il test è stata un’“azione militare appropriata” che “soddisfa pienamente l’obiettivo di informare i nostri rivali della nostra capacità di azione“. Infatti per lui gli Usa e i suoi alleati hanno provocato intenzionalmente un’escalation di tensioni nella regione e sono quindi una minaccia per la Corea del Nord. Il leader ha dichiarato che “nulla cambierà la politica della Corea del Nord volta a rafforzare la propria capacità nucleare”. Non è la prima volta che Pyongyang testa un missile Icbm, nel 2023 c’è stato infatti un altro test.
La condanna del mondo
Il lancio è avvenuto poche ore dopo che Usa e Corea del Sud avevano chiesto alla Corea del Nord di ritirare le sue forze militari dalla Russia, dove sarebbero stati dispiegati 10mila militari. Washington ha condannato “con decisione” il lancio del missile come “violazione flagrante” delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu: infatti, secondo le sanzioni delle Nazioni Unite, Pyongyang non può condurre test di armi utilizzando la tecnologia balistica.
Anche la Cina, in quanto vicina alle Coree, ha espresso “preoccupazione” per l’“evoluzione” della situazione nella Penisola dopo il lancio del missile. Lin Jian, portavoce del ministero degli Esteri, ha quindi esortato a raggiungere al più presto una “soluzione politica della questione della Penisola”.
Oltre a Giappone, Cina e Usa, anche la Corea del Sud ha condannato il test nordcoreano. Yang Moo-jin, il presidente dell’Università di studi nordcoreani di Seoul, ha dichiarato che il test “sembra essere stato effettuato per distogliere l’attenzione dalle critiche internazionali sul dispiegamento delle sue truppe” in Russia. L’esercito sudcoreano aveva avvertito già dal giorno prima che Pyongyang si stava preparando per il test o di un missile balistico intercontinentale o addirittura nucleare.
Il Joint Chiefs of Staff della Corea del Sud ha assicurato che l’esercito sudcoreano “ha alzato il livello di allerta e sta condividendo strettamente le informazioni sul missile balistico della Corea del Nord con le autorità statunitensi e giapponesi, mantenendo un alto livello di prontezza”. Il ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun ha affermato che il dispiegamento di soldati nordcoreani in Russia potrebbe “portare a un’escalation di minacce alla sicurezza della penisola coreana” e anche a un’escalation del conflitto in Ucraina. Seul ha confessato che sta prendendo in considerazione l’invio di armi direttamente all’Ucraina come risposta.
Nuovo accordo Corea del Nord-Russia
In questo clima di tensioni nella Penisola Coreana e a seguito del partenariato strategico globale tra Russia e Corea del Nord che prevede assistenza reciproca militare tra i due paesi nel caso di un’aggressione, ieri c’è stata la firma di un ulteriore accordo tra Mosca e Pyongyang. Lo annuncia l’agenzia nordcoreana Kcna. Si tratta di un patto di cooperazione nello sviluppo di tecnologie per la comunicazione e digitali, che è stato firmato a Pyongyang dal ministero dello Sviluppo digitale, comunicazioni e mass media russo e dal ministero per le tecnologie dell’informazione nordcoreano.
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