Contraccezione maschile, il “pillolo” anticoncezionale è quasi una realtà

Un contraccettivo orale per uomini, simile alla pillola anticoncezionale femminile, sarebbe in lavorazione. I test sui topi hanno dato risultati formidabili ed il prossimo passo sarà la sperimentazione sui primati

Redazione
3 Min di lettura

È stato scoperto un nuovo metodo di contraccezione maschile, simile alla pillola: sarebbe un inibitore della proteina del liquido seminale che è necessaria per la fertilità.

La popolazione mondiale cresce a dismisura ogni anno e si calcola che negli ultimi 60 anni è incrementata di oltre 2,6 volte. Si stima che nel 2037 potremmo raggiungere i 9 miliardi. Per questo è necessario che la medicina si impegni maggiormente nell’ambito della contraccezione, dato che negli ultimi anni i progressi in questo campo sono stati limitati.

Contraccezione maschile, lo studio

Considerando la necessità di mandare avanti gli studi sulla contraccezione, gli scienziati degli istituti statunitensi del Baylor College of Medicine e del Center for Drug Discovery hanno pubblicato sulla rivista Science i risultati di un loro studio in questo campo. Il team guidato da Martin Matzuk ha testato sui topi l’efficacia e la tollerabilità di un nuovo contraccettivo orale per gli uomini.

Contraccezione
Contraccettivi

A oggi non esiste una versione maschile della pillola anticoncezionale, ma nella ricerca portata avanti da Matzuk e il suo team, gli scienziati si sono concentrati su un nuovo approccio. Lo scienziato dichiara: “Abbiamo identificato una piccola molecola che inibirebbe la serina/treonina chinasi 33 (STK33), una proteina specificatamente necessaria per la fertilità”. La STK33 è fondamentale per la formazione di spermatozoi funzionali. Nei test sui topi l’eliminazione del gene corrispondente ha dimostrato di portare a infertilità a causa di un liquido seminale di scarsa qualità. Durante gli esami non si sono verificati altri effetti collaterali.

La scoperta della molecola che inibisce specificamente l’STK33 è stata fatta grazie all’uso di una specifica tecnologia: “Abbiamo utilizzato la tecnologia chimica codificata dal DNA (DEC-Tec) per esaminare una raccolta di miliardi di composti per identificare potenti inibitori del gene. Il nostro lavoro ha portato alla scoperta del composto CDD-2807, testato in un modello murino”. Come già detto non sono emersi altri effetti collaterali oltre all’infertilità, la quale però si è dimostrata reversibile. Infatti i topi erano nuovamente fertili dopo un breve periodo di sospensione del farmaco.

Il loro studio proseguirà con i test dell’inibitore STK33 e composti simili al CDD-2807 nei primati per esaminarne l’efficacia come possibili contraccettivi maschili reversibili.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo