Consiglio Ue, via libera all’iter per Kiev in Ue, ma Orban non ci sta: “Decisione insensata”

La decisione del Consiglio europeo è stata possibile grazie all'astensione dell'Ungheria che non ha sfruttato il suo diritto di veto

Redazione
7 Min di lettura

Il Consiglio Ue ha votato “sì” all’iter di entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea. Ventisei voti favorevoli ed un astenuto, Viktor Orbàn, che ha deciso di abbandonare l’aula nel momento della votazione. Tale decisione e l’allontanamento sono due segnali forti da parte del primo ministro dell’Ungheria, che però insieme hanno dato vita ad una vittoria a metà.

image 108
Viktor Orbàn ha deciso di non fruttare il diritto di veto dell’Ungheria nel Consiglio europeo

Il veto dell’Ungheria, che Orbàn ha deciso di non attuare ieri, potrà essere riproposto in qualunque momento nel futuro, per cui il destino di Kiev non è ancora al sicuro. Nonostante tutto però, i voto di ieri è stato considerato una vittoria a tutti gli effetti, che ha permesso al presidente ucraino di esultare.È una vittoria per l’Ucraina ha dichiarato Volodymyr Zelensky – è una vittoria per l’Unione Europea. La storia è fatta da coloro che non si stancano di combattere per la libertà“, .

Al Consiglio europeo si è votato anche per la Moldavia, a cui è stato concesso l’iter di entrata e per la Georgia che ha ricevuto lo status di candidata. Inoltre, si è deciso di avviare negoziati con la Bosnia-Erzegovina nel momento in cui raggiungerà il grado di conformità ai criteri di adesione.

Consiglio europeo, il momento della votazione

La votazione del Consiglio Ue è avvenuta intorno alle 18, subito dopo l’uscita di scena del presidente ungherese. Orbàn si è alzato proprio nel momento in cui, dopo sei ore di trattative, è stato annunciato l’inizio delle votazioni. Il primo ministro ha lasciato il suo banco per poi uscire – senza esitare – dall’aula del Palazzo Europa.

Una decisione che, secondo alcune fonti interne, sarebbe stata già presa da tempo, grazie agli incontri che hanno preceduto il Consiglio europeo. Ieri stesso, il Consiglio europeo è slittato di alcune ore proprio per permettere a Charles Michel, Ursula Von Der Leyen, Emmanuel Macron, Olaf Scholtz e Viktor Orbàn di incontrarsi. Un incontro a quanto pare decisivo e che avrebbe convinto Orbàn ad uscire di scena, permettendo il voto unanime degli altri 26 Paesi membri ed evitando di deludere le volontà del proprio Paese.

image 109
Ursula Von Der Leyen

Orbàn, infatti, dopo aver lasciato l’aula durante la votazione, ha deciso di pubblicare un video sui suoi canali social, in cui spiega i motivi della sua astensione. “Si tratta di una decisione del tutto insensata, irrazionale e sbagliata a cui l’Ungheria non ha voluto prendere parte. Altri 26 Paesi hanno insistito affinché questa decisine fosse presa. Per questo l’Ungheria ha deciso che se i 26 decideranno di farlo, dovranno andare per la loro strada“.

Un messaggio che però conferma anche la decisione consensuale di Orbàn, anche se inedita nel Consiglio europeo, che come tiene a spiegare Charles Michel, è stata presa in anticipo ma senza alcun tipo di costrizioni. Fonti del governo italiano hanno anche insinuato che la decisione di Orbàn sia figlia dell’incontro con Giorgia Meloni, avvenuto poco prima dell’inizio del Consiglio e subito dopo l’incontro con gli altri quattro leader europei. Un incontro breve, non un vertice ma uno scambio di vedute, che a quanto pare avrebbe cambiato tutto.

Non c’è certezza sulla ragione che ha spinto Orbàn a lasciare l’aula ma certo è che è stata una decisione ragionata. Gli altri leader europei lo hanno ringraziato Orbàn per aver rinunciato ad usare il diritto di veto per permettere agli altri 26 Paesi di realizzare le loro volontà.

Consiglio europeo, il nodo del piano di aiuti per Kiev

Se Orbàn da un lato si è fatto convincere a permettere le votazioni senza alcun intralcio, dall’altro ha deciso di non transigere sul nuovo pacchetto di aiuti a Kiev. Un piano da 50 miliardi inserito nel bilancio comune, che non ha convinto il presidente ungherese, il quale ha preferito proporre la creazione di un fondo ad hoc che però sia esterno dal budget Ue e che sia alimentato dai fondi degli altri 26 Paesi. Dunque, l’Ungheria non vuole più sostenere la difesa ucraina.

L’ennesimo segnale della contrarietà dell’Ungheria all’entrata di Kiev nell’Unione Europea, che sembra non convincere per nulla Viktor Orbàn. Quest’ultimo, infatti, detiene ancora al possibilità di utilizzare il suo diritto di veto, possibilità ribadita anche da Macron e Scholtz. Nel caso di questi ultimi, però, il veto è stato utilizzato come arma a doppio taglio, perché seppur non utilizzato ieri potrà comunque essere sfruttato in qualunque altro momento. L’Ucraina ha ora tempo fino a marzo per completare l’iter che la renderà idonea all’entrata nell’Ue.

il difforme olaf scholz
Olaf Scholtz

A creare difficoltà non è solo il pacchetto di aiuti all’Ucraina ma in generale sulla revisione del bilancio. I Paesi frugali dell’Ue, infatti, non sono soddisfatti dei piani finanziari e vorrebbero diminuire le spese preventivate dal Consiglio, in particolare le spese preventivate fino al 2027. Già lo scorso giugno Von Der Leyen aveva chiesto 66 miliardi, che però sono stati ritenuti una spesa troppo alta. La votazione di ieri ha permesso di ridurre la spesa a 31,6 miliardi, di cui 21 garantiti dagli Stati membri e 10,6 recuperati da altri programmi.

Se i 26 Paesi sono favorevoli ai 50 miliardi per l’Ucraina, rimane il nodo sugli altri capitoli di spesa, come la migrazione, la piattaforma Step per l’innovazione, la maggiore spesa per gli interessi sul debito, che secondo i Paesi Frugali sono del tutto superflui. Quindi, Italia, Francia, Germania, Olanda, Svezia e Finlandia si sono riuniti con Von Der Leyen e Michel per sbloccare i negoziati. Rimane ottimista il presidente del Consiglio europeo Michel che cerca di tranquillizzare: “È un dibattito difficile ma sono fiducioso che nelle prossime ore riusciremo a prendere una decisione e a essere uniti su questo tema sostenendo l’Ucraina con una maggiore assistenza finanziaria e sulle priorità Ue”.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo