Il 2025 per il Canada non è iniziato nel migliore dei modi. Prima la decisione del primo ministro Justin Trudeau di dimettersi dal suo ruolo a causa della mancata fiducia in lui riposta dal suo partito, poi gli attacchi brutali dell’amministrazione Trump nei suoi confronti. Il presidente Usa ha proposto al Paese di rinunciare alla propria indipendenza e divenire il 51esimo Stato americano, in cambio di benefit non chiaramente specificato. Poi, non soddisfatto, ha colpito la Nazione con dazi del 25% generalizzati, al fine di abbatterne l’economia.
All’interno di un quadro così complesso e soprattutto critico, sembrava che la sinistra liberale canadese fosse finita in un dirupo profondissimo, rassegnata all’idea di dover cedere il passo a forze di destra, allineandosi con quanto sta accadendo nel resto dell’Occidente. A soli due mesi di distanza, però, la situazione sembra piuttosto cambiata. Le primarie del partito liberale hanno portato alla vittoria una figura che potrebbe avere il potere sia di risanare il gruppo dei liberali sia lo stesso Canada.
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Si tratta di Mark Carney, ex governatore della Banca del Canada e della Bank of Engalnd, economista di prim’ordine e una delle personalità più influenti dello scenario canadese. Carney ha ottenuto il ruolo di leader del partito liberale e di primo ministro ad interim con l’85,9% dei voti, battendo la candidata Chrystia Freeland. Carney ora dovrà indire le nuove elezioni generali entro l’ottobre 2025, al fine di dare la possibilità al popolo di scegliere in autonomia il prossimo primo ministro del Canada, tenendo in considerazione le problematiche che al momento affliggono il Paese.
Canada, chi è Mark Carney
Mark Carney, economista 58enne, ha conquistato ben 151mila voti nelle primarie del partito liberale, aggiudicandosi di diritto la guida del gruppo politico. Originario di Fort Smith, nel nordovest del Canada, Carney è cresciuto a Edmonton prima di andare negli Stati Uniti per laurearsi in economia ad Harvard. Nel 1995 si trasferisce nel Regno Unito per seguire un dottorato in economia a Oxford e nel 2008 diviene governatore della Banca del Canada, nel pieno di una delle peggiori crisi del mondo finanziario.
Grazie alle sue capacità e alla sua esperienza, il governatore riesce a riportare il Paese in una situazione di stabilità, accrescendo drasticamente la sua popolarità e venendo nominato nel 2010 tra i 25 leader più influenti del mondo dal Times. Il governatore viene poi scelto per guidare la Bank of England, divenendo il primo non britannico in 300 anni ad assumere questo ruolo. Anche in questo caso, Carney dimostra le sue capacità, riuscendo a traghettare il Regno Unito tra le acque tempestose della Brexit.
Negli ultimi anni è stato inviato speciale sul clima per le Nazioni Unite e capo degli investimenti alla Brookfield Asset Management. Dopo quest’ultimo ruolo, l’ex governatore ha deciso di concentrarsi sul suo percorso politico, con l’obiettivo di conquistare la leadership del Partito liberale. Ovviamente, Carney nella sua campagna elettorale ha puntato tutto sull’aspetto economico del suo mandato, anche alla luce dei dazi promessi dall’americano Donald Trump.
L’ex governatore ha infatti sottolineato che la precedente amministrazione ha permesso all’economia canadese di indebolirsi, permettendo a Trump di approfittarne con le sue tariffe. “So come gestire la crisi, so come si costruisce un’economia forte“, ha quindi sostenuto Carney, chiarendo di voler rendere nuovamente funzionante l’economia canadese, con una particolare attenzione al mercato degli immobili.
“Non possiamo cambiare Donald Trump, ma possiamo controllare il nostro destino economico“, ha sostenuto il nuovo leader liberale, sottolineando la pericolosità delle affermazioni portate avanti dal Tycoon. “Abbiamo fatto di questo Paese il più grande al mondo e ora il nostro vicino ci vuole. Non accadrà. È impossibile“, ha infatti messo in evidenza Carney, prima di paragonare il presidente Usa a Lord Voldemort, il cattivo della saga di Harry Potter.
L’obiettivo principale dell’eventuale amministrazione Carney sarà quello di evitare che il Paese entri in recessione a causa dei dazi e delle politiche commerciali americane. “Accelerando il processo decisionale sui progetti più importanti, il Canada sarà in grado di ridurre i costi, attirare più investimenti, creare più posti di lavoro e costruire l’economia più forte del G7“, ha quindi promesso Carney, avanzando la possibilità di ristablire l’equilibrio all’interno di un Paese che ora si trova in balia delle decisione degli Stati Uniti d’America.
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