Josep Borrell, l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, è da qualche giorno in missione in Medio Oriente. Ha già fatto tappa in Giordania e a Cipro e oggi si trova invece a Beirut, in Libano, dove è in corso da vari mesi la violenta guerra tra Israele e il gruppo libanese Hezbollah. In questa ultima tappa del viaggio Borrell ha in programma diversi bilaterali con i leader libanesi, tra cui quello con il primo ministro Najib Mikati, il portavoce del parlamento Nabih Berri, il comandante delle forze armate libanesi Josef Aoun e i rappresentanti delle Nazioni Unite nel paese.
La missione mediorientale è un’occasione per l’alto rappresentante europeo di discutere con i leader della regione della possibilità di arrivare a una tregua a Gaza e in Libano e di un processo a lungo termine per una soluzione a due stati tra Israele e Palestina.
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Le dichiarazioni di Borrell
Ieri Borrell è stato in visita a Cipro a una conferenza organizzata da associazioni della società civile israeliana e palestinese, promotrici della soluzione a due Stati nota come l’Iniziativa di Ginevra. E oggi è atterrato in Libano, per occuparsi anche dell’altro fronte della guerra. Durante un punto stampa nella capitale Beirut, l’Alto rappresentante dell’Ue ha ribadito che “la sola via possibile da percorrere” nei conflitti in Medio Oriente “è il cessate il fuoco immediato e la piena attuazione della risoluzione delle Nazioni Unite”.
Il capo della diplomazia europea ha sottolineato come il Libano sia “sull’orlo del collasso” e ha chiesto di fare pressioni sia su Israele che su Hezbollah
affinché “accettino la proposta degli Stati Uniti per cessate il fuoco“. Ha spiegato che questa proposta “è in attesa di una risposta definitiva del governo israeliano e dobbiamo lavorare con tutta la comunità internazionale per rispettare il diritto internazionale”, elogiando “gli sforzi compiuti dagli Stati Uniti e dalla Francia” per raggiungere il cessate il fuoco e l’attuazione della risoluzione 1701 dell’Onu. Ha ribadito che l’obiettivo deve essere “il ritiro dei combattenti di Hezbollah e delle truppe israeliane e il ripristino della piena sovranità del Libano”.
Borrell ha parlato anche dei vari attacchi inflitti negli ultimi mesi alla missione dell’Onu Unifil. “L’Unifil ha un ruolo chiave in un contesto sempre più difficile. Ha 10mila uomini dispiegati nel sud del Libano. Tredici sono rimasti feriti” nelle ultime settimane, “quattro italiani soltanto qualche giorno fa: questi attacchi sono del tutto inaccettabili“. Ha dichiarato che la missione delle Nazioni Unite “ha il forte supporto dell’Ue”.
Ha espresso il pieno supporto europeo anche “all’Unrwa, che ha un ruolo insostituibile a Gaza ma anche qui in Libano”. L’agenzia dell’Onu per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi è stata messa al bando da Israele con l’approvazione della legge che vieta il suo operato sul territorio israeliano da parte della Knesset, il Parlamento di Gerusalemme. Borrell, in nome dell’Unione Europea, ci ha tenuto a condannare questa decisione e a fare appello al governo israeliano di Benjamin Netanyahu a “non implementarla”.
L’alto rappresentante europeo ha infine annunciato che l’Unione Europea “è pronta a stanziare 200 milioni di euro alle forze armate libanesi“, riferendo di aver chiesto al premier del Libano, Najib Mikati come l’Ue può supportare “l’esercito non solo finanziariamente ma anche tecnicamente”. Borrell ha sottolineato che “come Unione europea supportiamo i cittadini del Libano, le sue forze armate e le sue istituzioni”, nonostante abbia precisato che la possibilità di “un cessate il fuoco” e di “una soluzione di lungo termine è nelle mani delle parti”. Il suo messaggio ai leader libanesi è stato quello che “devono assumersi la loro responsabilità iniziando a eleggere un presidente e ponendo fine a un vuoto di potere durato due anni”.
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