Brasile, Bolsonaro falsificava le certificazioni vaccinali

L'ex presidente del Brasile non ha mai nascosto il suo scetticismo verso vaccini: considerava il Covid-19 come una semplice influenza e riteneva la mascherina uno strumento di dubbia utilità

Redazione
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Arriva la conferma da parte della polizia federale che l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha falsificato il certificato di vaccino anti-COVID. La rivelazione giunge dopo che lo scorso maggio, durante una perquisizione a casa di Bolsonaro, vennero sequestrati dati e documenti di dubbia veridicità, da quel momento al vaglio degli inquirenti.

Bolsonaro, le indagini sulla rete di contatti

Da quanto rivelano le indagini, l’ex presidente conservatore del Brasile era consapevole della natura fraudolenta degli interventi e delle registrazioni sul sistema del ministero della Sanità. Infatti l’anno scorso, nel corso della stessa inchiesta, le autorità federali avevano arrestato l’ex assistente di Bolsonaro, Mauro Cid, e avevano emesso altri sei mandati. Tra gli arresti vi erano altri uomini addetti alla sicurezza dell’ex presidente, Max Guilherme Machado de Moura e Sérgio Rocha Cordeiro. Secondo quanto emerge, questa rete di persone e contatti avrebbe permesso a Bolsonaro e alla sua cerchia ristretta di aggirare il sistema sanitario, con lo scopo di ottenere i requisiti – quindi i pass – per viaggi internazionali, frodando le procedure e raggirando le restrizioni pandemiche.

Bolsonaro, le dichiarazioni

Da parte sua, Bolsonaro non ha mai negato di non essere vaccinato contro il Covid-19. Lo aveva affermato quel fatidico maggio del 2023 quando alcuni giornalisti lo avevano interrogato in merito ai documenti falsificati appena rinvenuti. “Confermo che nemmeno mia figlia Laura, di 12 anni, è vaccinata” aveva aggiunto.

L’ex presidente non ha mai nascosto il suo scetticismo sui rischi del vaccino e sulla dubbia utilità della mascherina. Lo aveva definito come una normale influenza, un patogeno inoffensivo, e aveva continuato, con insinuazioni complottiste, evidenziando la rilevanza mediatica più che la pericolosità della retorica sul coronavirus. Si era infatti espresso contro l’obbligo vaccinale prescritto da qualcuno, definendo l’imposizione una manovra dittatoriale. Si era però poi trovato a fronteggiare una crisi sanitaria, politica ed economica di un paese disastrato dalla diffusione del virus.

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