Biden grazia il figlio Hunter: ma è davvero una persecuzione politica?

Donald Trump ha definito un "abuso" la decisione presa dal suo avversario, dimenticando che la scusa della persecuzione politica è un po' il leitmotiv della sua intera esistenza. Negli ultimi 50 giorni del suo mandato, Sleepy Joe promette scintille, forse più di quelle che ha provocato nel corso dei 4 anni della sua presidenza

Redazione
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Joe Biden avrebbe lasciato la sua versione assopita e poco attiva nei ricordi del passato, vestendo i panni di un presidente che finalmente sembra consapevole delle sue azioni e soprattutto intenzionato a dare una svolta al Paese prima dell’inizio del mandato del suo successore Donald Trump. Non solo decisioni fondamentali in merito ai conflitti in Palestina e Ucraina, sleepy Joe avrebbe anche deciso di dare una svolta alle sorti della sua famiglia, prendendo una decisione senza precedenti.

All’alba degli ultimi 50 giorni del suo mandato, Joe Biden ha deciso di utilizzare i suoi poteri per donare la grazia a suo figlio Hunter, indagato per possesso illegale di arma da fuoco e per evasione fiscale. “Spero che gli americani comprendano i motivi che hanno portato un padre e un presidente a prendere una scelta simile“, ha sostenuto Joe Biden, in un comunicato ufficiale alla Nazione che chiarisce le motivazioni che avrebbero portato il Capo di Stato a prendere questa decisione. Sembrerebbe che il presidente abbia dato la notizia a suo figlio durante le festività del Ringraziamento, mentre tutta la famiglia si trovava riunita in una location privata a Nantucket.

Forse, circondato dall’affetto dei suoi cari e consapevole del poco tempo rimastogli per governare, Joe Biden ha compreso quali fossero le sue priorità, decidendo di attirare su di sé le male lingue degli avversari ma di salvare suo figlio dalla possibile carcerazione. Hunter Biden rischierebbe infatti fino a 12 anni di carcere per le accuse a lui rivolte, eppure, più di qualcuno è convinto che il caso giuridico sia in parte influenzato dalla politica e che quindi il figlio del presidente sia stato punito in maniera più rigida solamente per mandare un segnale a suo padre.

Biden: “C’è stato un tentativo di fare a pezzi Hunter

Uno degli aspetti più controversi della questione riguarda la mancata promessa del Presidente Usa. Biden, al momento della formalizzazione delle accuse nei confronti del figlio, aveva infatti giurato alla Nazione di non avere intenzione di interferire nelle indagini o nelle possibili condanne del figlio. “Ho mantenuto la parola, anche se ho visto mio figlio essere perseguitato in modo selettivo e ingiusto“, ha dichiarato il capo del Congresso, spiegando però di essersi ormai convinto che i processi contro Hunter siano di fatto gestiti più dalla politica che dal sistema giudiziario.

Hunter Biden
Hunter Biden, figlio del Presidente Usa

Principalmente per questa motivazione, quindi, Biden avrebbe deciso di intervenire, nella consapevolezza di dover salvare suo figlio dalle conseguenze delle sue azioni. Il presidente ha spiegato, inoltre, che i reati di cui è accusato suo figlio non portano solitamente a pene carcerarie così dure, come quelle che rischierebbe Hunter, ma si risolvono solitamente con sanzioni penali. Da ciò deriverebbe la convinzione che Biden junior “sia stato trattato in modo diverso“.

Ovviamente, questa differenza di trattamento riguarderebbe proprio il suo status di figlio del Presidente, in quanto la sua punizione sarebbe un diretto attacco alla figura di suo padre, all’epoca in piena campagna elettorale. “C’è stato un tentativo di fare a pezzi Hunter e nel mezzo hanno cercato di fare a pezzi me“, ha sostenuto il Capo dello Stato, prima di affondare duramente contro la Giustizia Usa: “Credo nel sistema giudiziario ma… credo anche che la politica senza regole lo abbia infettato e abbia portato a un errore giudiziario“.

Trump: “Grazia include anche assalito del 6 gennaio?

L’annuncio della grazia ad Hunter Biden ha scatenato immediatamente le reazioni della politica mondiale. Tra i primi a prendere la parola c’è Donald Trump, presidente eletto e successore di Joe Biden, che ha sarcasticamente criticato la mossa del suo avversario, definendola “un abuso” ed “un errore giudiziario“. Il tycoon avrebbe usato il suo social Truth per attaccare il leader democratico e chiedergli provocatoriamente: “Il perdono concesso da Joe a Hunter include gli ostaggi del 6 gennaio, che sono in carcere da anni?“. Il riferimento è al gruppo di rivoltosi che 4 anni fa hanno attentato al Congresso Usa a seguito della sconfitta del miliardario.

Sulla questione si è poi espresso il rappresentante Repubblicano della Camera, James Comer, che ha accusato Joe Biden di aver mentito sin dall’inizio del suo mandato, ingannando gli elettori e di fatto favorendo le sue questioni personali. Fanno discutere anche le parole che giungono da Mosca, per bocca della rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: “La grazia concessa a Hunter Biden è una caricatura della democrazia“.

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