Astronauti bloccati sulla SSI: “Eravamo pronti a questa eventualità, siamo tutti responsabili”

Tornati a casa dal loro “soggiorno” prolungato nello spazio, i due astronauti hanno espresso la loro gioia per il rientro in conferenza stampa, sottolineando che le responsabilità di quanto accaduto sono da dividere tra tutti i membri del team

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Una vera Odissea quella che hanno vissuto in questi nove mesi Barry “Butch” Wilmore e Sunita Williams. Un’avventura sfortunata, per così dire, che si è conclusa nei giorni precedenti al largo delle coste della Florida. Ma a differenza di Ulisse, bloccato per dieci anni in mare, i due astronauti sono stati costretti a rimanere sulla Stazione Spaziale Internazionale per un tempo molto più lungo di quello previsto dalla missione, circa 273 giorni, a causa di un inconveniente verificatosi sulla navetta Boeing che doveva riportarli sulla terra.

Fortunatamente, grazie all’intervento di Space X, l’agenzia spaziale di Elon Musk che ha invitato la capsula Crew Dragon Freedom, entrambi sono riusciti a ritornare sulla terra sani e salvi.

Astronauti: “Ora è il momento di guardare al futuro”

In conferenza stampa i due hanno raccontato la loro storia e il loro rientro sulla terra. Wilmore ha descritto le sensazioni al rientro, quando la forza di attrito dell’atmosfera ha trasformato la capsula di salvataggio in una palla di fuoco. Questo è un fenomeno che succede sempre al contatto con l’atmosfera e Butch ha già partecipato ad altre missioni. In questo ritorno però, dopo nove inaspettati mesi, quel fuoco ha avuto sicuramente un significato speciale per il 62enne.

Ma i due, prima di essere astronauti, sono anche veterani militari e hanno stoicamente raccontato che erano pronti all’eventualità di poter restare bloccati, evidenziando i pericoli di un mestiere comunque rischioso come quello dell’astronauta. Wilmore ha anche sottolineato, con spirito di squadra, che la responsabilità per le criticità verificatesi durante la missione sono da attribuire a tutti quanti, astronauti compresi, ma anche che è importante guardare al futuro, e che sicuramente da questi errori tecnici potranno partire altre missioni spaziali più organizzate e meno rischiose.

Williams ha anche aggiunto che il veicolo su cui hanno viaggiato è comunque un ottimo risultato tecnico e scientifico, e che risolvendo quei “pochi elementi che devono essere corretti” si potrà comunque migliorarlo. Infine, i due astronauti hanno espresso la loro gratitudine per l’attenzione e l’affetto ricevuto da tutto il mondo. Un amore più che meritato, avendo rappresentato un esempio di resilienza e di grande forza mentale, insegnandoci, come ha anche spiegato Sunita Williams, a trarre il meglio dalle situazioni che la vita ci pone davanti, quando a volte ci costringe a “cambiare rotta“.

Per quanto riguarda le implicazioni politiche, legate alla gestione dell’emergenza da parte dell’amministrazione Biden, i due astronauti non hanno voluto cedere alle polemiche, di fatto difendendo sia la società Boeing sia gli sforzi compiuti dal governo democratico conclusosi a gennaio 2025.

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