Nuovi sviluppi sulla questione riarmo: il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non vincolante sul Libro bianco della difesa, che verrà presentato dalla Commissione europea la prossima settimana, e che contiene anche il piano in 5 punti ReArm Europe proposto da Ursula von der Leyen.
La risoluzione è stata promossa con 419 voti favorevoli, 204 contrari e 46 astenuti. In particolare, l’articolo 68, che accoglie il programma della presidente della Commissione Ue, è stato approvato con 480 sì, 130 voti contrari e 67 astensioni. L’emendamento proposto da Fratelli d’Italia per la modifica del nome del piano da “ReArm Europe” a “Defend Europe” è stato invece bocciato con 517 voti contrari, 97 favorevoli e 56 astenuti.
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La scelta sulla questione della difesa europea crea enormi divisioni dentro e fra i partiti del nostro Paese. Significativa a questo proposito la spaccatura interna al Partito Democratico: nessun contrario, ma 10 favorevoli e 11 astenuti. Alcuni minuti di suspance, infatti, hanno segnato il conteggio dei voti della delegazione dem che, al gran completo, ha evitato che ci fossero degli europarlamentari contrari alla risoluzione. Quindi, in netto dissenso non solo dalla Commissione ma anche dal gruppo dei Socialisti, ma il Pd si è diviso praticamente a metà tra i favorevoli e gli astenuti.
A votare per la risoluzione secondo il roll call, il presidente del Pd, Stefano Bonaccini, che per la prima volta non si sarebbe allineato alle indicazioni della Segretaria, e i riformisti, tra cui Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli, Raffaele Topo.
Si sono invece astenuti i membri della maggioranza schleiniana del Pd come Brando Benifei, Annalisa Corrado, Camilla Laureti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Alessandro Zan e il capodelegazione Nicola Zingaretti. Mentre Lucia Annunziata, europarlamentare membro della commissione Esteri del Pe, dai tabulati, risultava tra i favorevoli ma, come spiegato dal gruppo dem, il voto è stato frutto di un errore tecnico. Annunziata, dunque, ha corretto la sua votazione dal sì all’astenuto.
Favorevoli al ReArm Europe sono stati anche gli eurodeputati di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Il leader forzista, Antonio Tajani, ha espresso la propria soddisfazione per il voto favorevole del partito, in quanto “era il grande progetto di De Gasperi e Berlusconi per garantire sicurezza a tutti i cittadini“. Per il Ministro degli Esteri si tratta di un notevole passo avanti che per essere realizzato l’Europa deve agire con urgenza investendo di più, in modo più efficace e coordinata.
Fra i contrari alla risoluzione del Libro bianco della difesa che verrà presentata la prossima settimana, figurano invece l’Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, insieme a Lega e Movimento 5 Stelle. L’esito, quindi, ha suscitato il malcontento generalizzato tra i contrari definendolo come “una pagina nera per la democrazia europea“. Nella medesima nota, il M5s ha gridato alla “vergogna” del Pe che avrebbe “ammainato bandiera bianca” approvando una risoluzione che “aumenterà l’escalation militare e impoverirà ulteriormente la nostra Europa“.
Quindi, a riarmo, debiti di guerra, taglio dei fondi di coesione, scorporo delle spese della difesa, trasformazione della bei in banca che finanzia la guerra, la delegazione pentastellata si opporrà duramente nelle Istituzioni, ma anche nelle piazze a partire dalla grande manifestazione che si terrà il 5 Aprile.
Nell’ottica di un’Europa che senza la pace muore, la Lega non condivide né narrazione né tantomeno la deriva bellicista di Bruxelles e suggerisce che l’Ue debba lavorare insieme agli Usa affinché “ai fucili si sostituisca la diplomazia“. Per cui, la soluzione leghista si incarnerebbe nel rafforzamento degli eserciti dei singoli Stati nazionali e “non deve essere Bruxelles ad accentrare la sovranità e decidere la corsa alle armi“.
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