Non si placano i nuovi contagi, tanto che il Vecchio Continente tocca il record dei casi totali delle ultime quattro settimane. Picco maggiore in Spagna con oltre 3 mila persone infette, seguita da Germania e Paesi Bassi
Continua l’allarme per il vaiolo delle scimmie, la malattia infettiva che dilaga in tutto il globo: ad oggi sono ben 75 i paesi colpiti dall’epidemia. Fra essi, l’Europa – classificata ad alto rischio dall’OMS – è il continente più coinvolto, con ben il 72% dei casi nelle ultime quattro settimane.
Record di contagi in Spagna – secondo l’ultima rilevazione congiunta dello European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) e dell’ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) – con 3.151 casi. Seguono Germania (2.352), Francia (1.567), Paesi Bassi (712), Portogallo (588) e Italia (407).
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Dall’inizio della diffusione, il Vecchio Continente ha subito il 60% dei casi: su 9.697 quasi 2mila sono stati notificati soltanto in questi giorni. Per l’OMS a livello globale i vaccini non sono sufficienti e i nuovi numeri sui contagi destano preoccupazione. Dall’inizio dell’anno, infatti, sono 16.016 i casi di vaiolo delle scimmie nel mondo, con un balzo del 48% in soli 7 giorni.
«Questa è la prima volta che la trasmissione locale del vaiolo delle scimmie è stata segnalata in paesi recentemente colpiti senza collegamenti epidemiologici ai paesi dell’Africa occidentale o centrale», dichiara l’Organizzazione mondiale della Sanità. Il virus ha dunque rotto il legame con i paesi in cui era endemico e ha preso a circolare in nuove aree del mondo.
Le autorità europee: cauta attenzione, ma tutto sotto controllo
La commissaria europea per la salute, Stella Kyriakides, ci tiene a mantenere alta la soglia dell’attenzione e nella mattinata di ieri ha annunciato che avrebbe inviato una lettera ai governi europei per «continuare a seguire da vicino la situazione». Nonostante tutto la situazione sembrerebbe essere sotto controllo: le 160mila dosi di vaccino che l’UE si è garantita «per rispondere ai bisogno immediati degli Stati membri sono ora in fase di consegna».
Il direttore dell’ufficio europeo dell’OMS, Hans Henri P. Kluge, chiede l’impegno di tutti per fermare il focolaio, sottolineando la peculiarità di questa epidemia da vaiolo. I casi sembrerebbero infatti concentrati «per lo più tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini» e «dobbiamo rispondere all’epidemiologia che ci sta di fronte». Di fondamentale importanza è l’attenzione che si deve prestare sulla «modalità di trasmissione dominante – il contatto pelle a pelle durante gli incontri sessuali – e sui gruppi a più alto rischio», motivo per cui si chiede di «adottare misure per ridurre questo rischio» e limitare i «partner sessuali e le interazioni».
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