L’aereo della Bering Air Caravan, scomparso lo scorso giovedì dai cieli dell’Alaska, è stato ritrovato questa notte da una delle squadre di ricerca organizzate dagli Stati Uniti. Dopo giorni di concitata preoccupazione è dunque apparso chiaro ciò che la maggior parte delle persone temeva: il velivolo si è schiantato e non vi sono sopravvissuti.
La carcassa dell’aereo è in pessime condizioni e al suo interno sono stati ritrovati per il momento i corpi di tre passeggeri, tutti senza vita. Le autorità statunitensi sono però convinte che con il proseguire delle operazioni sarà possibile rinvenire anche gli altri sette cadaveri. L’aereo privato, infatti, trasportava nove passeggeri e un pilota e si crede che nessuno di essi sia sopravvissuto.
Leggi Anche
Non solo Alaska, gli altri incidenti aerei Usa
Resta il mistero sul motivo dello schianto, su cui ora dovranno indagare le autorità Usa. Il disastro aereo avvenuto in Alaska è però solamente l’ultimo di una serie di tragici incidenti che si sono verificati nei cieli degli Stati Uniti. Lo scorso 30 gennaio, un aereo di linea regionale si è scontrato con un elicottero Blackhawk dell’esercito Usa, per poi cadere nelle acque del fiume Potomac, a poche centinaia di metri dall’aeroporto Ronald Reagan di Washington.
Anche in quello schianto non vi fu alcun sopravvissuto e il bilancio raggiunse i 67 morti. A soli due giorni di distanza, lo scorso 1 febbraio, un aereo medico ha perso il controllo per motivi ancora da chiarire e si è schiantato sulla città di Philadelphia, su un centro abitato. Nell’aereo sono decedute sei persone, mentre a terra è morta una persona.
Cosa sappiamo di questa ultima tragedia
Il volto precipitato in Alaska era partito lo scorso giovedì da Unalakeleet ed era diretto a Nome. Il velivolo, però, sarebbe scomparso dai radar intorno alle 16 e dal quel momento non si sono più avute sue notizie. Le ricerche sono partite immediatamente, nella speranza che il mezzo fosse riuscito ad operare un atterraggio di emergenza sulla terra ferma.
Al momento della sparizione, infatti, il velivolo stava sorvolando un tratto di mare a 12 miglia a largo dell’Alaska. Il Bering Air è stato però ritrovato a 55 chilometri da Nome, ovvero da dove avrebbe dovuto atterrare. Le ricerche del mezzo, poi, sono state rallentate dalle complesse condizioni climatiche della zona dove, a causa di pioggia e neve, non era possibile avere una visibilità tale da permettere ai soccorritori di agire in tranquillità.
++Articolo in aggiornamento++
© Riproduzione riservata