Agricoltori, la marcia dei trattori non si ferma: Bruxelles apre alle trattative

Ursula Von Der Leyen va incontro agli agricoltori: "Sono qui per garantirvi che la visione e le raccomandazioni sulle quali vi accordate avranno un impatto sul lavoro dei prossimi anni"; i leader europei cercano il compromesso, mentre i trattori continuano a bloccare i centro città francesi e di Bruxelles

Redazione
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A Bruxelles, davanti alla sede del Parlamento europeo, circa duecento trattori arrivati dalla Francia hanno bloccato il traffico in nome di una manifestazione simbolica. Proteste che vanno avanti da settimane contro i piani verdi europei troppo costosi da sostenere, contro l’innalzamento dei costi dei carburanti e dei prezzi all’ingrosso e contro la carne sintetica. Gli agricoltori d’Europa, per primi quelli francesi e tedeschi, sono stufi di dover subire le conseguenze delle necessità europee di “far quadrare i conti” e per questo si sono messi in marcia, a bordo dei loro trattori, per bloccare la viabilità e dimostrare la loro rabbia.

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Ursula Von Der Leyen

Nella giornata di ieri, proprio mentre i cingoli francesi bloccavano le vie principali di Bruxelles, Ursula Von Der Leyen andava incontro ai rivoltosi, cercando di calmare le acque e di trovare un terreno di compromesso. “Meritate una giusta remunerazione per il vostro lavoro: il nostro obiettivo è sostenere i vostri mezzi di sussistenza, e garantire la sicurezza alimentare dell’Europa” ha ammesso la Presidente della Commissione europea, aggiungendo: “È grazie all’agricoltura europea che l’Europa ha il cibo più sano e di qualità del mondo, i nostri agricoltori sono spesso la parte più vulnerabile della catena del valore“.

Ora, però, non spetta a Von Der Leyen proporre una soluzione. Peter Strohschneider, professore tedesco, è stato incaricato di raccogliere dati e informazioni al fine di trovare una proposta che accontenti tutti. Il problema è che il professore non si esprimerà prima di settembre, ovvero dopo le elezioni europee, mentre le organizzazioni agricole continuano ad insorgere.

Il ruolo delle Europee nelle rivolte degli agricoltori

La Francia in questi giorni si è trasformata nel teatro di guerra dei contadini che, armati di trattori, fieno e sterco hanno invaso le vie delle principali città francesi pronti a chiedere giustizia e soprattutto rispetto. Non è un caso che tra pochi mesi vi siano le elezioni Europee e che proprio in questo momento Copa Cogeca, il più forte gruppo di interesse per gli agricoltori europei, stia reclamando attenzione.

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Manfred Weber, capogruppo del Ppe

Quale miglior momento per sfruttare le rivendicazioni dei contadini di tutta Europa, se non poco prima delle elezioni. Proprio in questi momenti si costruiscono le campagne elettorali e i papabili candidati sono alla ricerca di voti e di alleanze. Manfred Weber, capogruppo del Ppe, ha colto immediatamente l’occasione dimostrando la sua vicinanza alle rivendicazioni degli agricoltori e mostrandosi contrario ai piani verdi europei. Si aggiungono alla lista anche i francesi Macron e Attal che hanno già da tempo aperto il dialogo con i manifestanti.

Ursula Von Der Leyen, invece, ha preferito la strada delle promesse dando per scontata la sua rielezione il prossimo giugno. “Ciò di cui l’agroindustria ha bisogno è una prospettiva di lungo termine. Oggi sono qui per garantirvi che la visione e le raccomandazioni sulle quali vi accordate avranno un impatto sul lavoro dei prossimi anni” ha dichiarato ieri la Presidente con l’obiettivo di corteggiare gli agricoltori. Ora c’è da capire quali saranno i prossimi passi. Sembrerebbe che sia Von Der Leyen che Weber abbiano trovato un terreno d’accordo che vede la subordinazione dei Piani verdi europee alle esigenze delle aziende, piano che potrebbe però scombussolare nuovamente il cosiddetto Green Deal.

Le proteste si espandono in tutta Europa

Le proteste continuano ad allargarsi dalla Germania a tutto il continente europeo. I francesi in prima linea, sono ora seguiti dai polacchi e dai greci, ma anche dagli italiani. I primi trattori sono stati avvistati a Bologna, Trento, Termoli, Bari Foggia, eppure il rimbalzo mediatico nel nostro Paese è minimo.

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I trattori italiani nelle rivolte contro le disposizioni Ue

Fece molto più scalpore la rivolta in Sardegna contro le stime della Coldiretti, quando circa tre milioni di litri di latte furono sprecati in nome della rivolta. Allo stesso modo nel 2012 il movimento dei “forconi“, nato in risposta allo scontento derivante dal cambio moneta, dalle rinunce forzate e dall’asservimento all’Unione Europea, non ancora del tutto compresa. Oggi potrebbe essere il turno della rivolta dei trattori, che però si inserisce in una prospettiva tutta europea.

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