Poste Italiane formalizza l’offerta a Vivendi per diventare l’azionista di maggioranza relativa di Telecom Italia. Il controllo dell’azionariato di Tim subisce così una strambata, tornando completamente in mani italiane nel suo nucleo stabile, dopo i francesi di Vivendi e ancor prima la partnership industriale di Telefonica.
La formalizzazione di un ulteriore 15% del capitale porta Poste a detenere quasi il 25% dei titoli di Tim. L’operazione è avvenuta per un corrispettivo di 684 milioni, equivalenti a 0,29 euro per azione, ovvero uno dei prezzi più economici con cui sono avvenuti i passaggi di mano per detenere l’ex monopolista telefonico. Una condizione vantaggiosa che è stata alimentata anche dagli andamenti di Borsa, insieme alla radicale trasormazione del settore e alla scissione della rete dal resto del gruppo.
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La nuova trasformazione di Tim
Tim subisce una nuova trasformazione, portando forse a termine una delle privatizzazioni più spinose. Per farlo guarda al passato e riprende le redini di un gruppo solido a maggioranza pubblica. Per Vincent Bolloré, azionista di maggioranza del colosso Vivendi, invece, si tratta di un’altra ritirata dalle campagne italiane, dopo gli anni in cui entrava nel capitale di banche ed aziende tricolori con maggiori facilità. Il finanziere bretone resta ora al 2,51% del capitale ordinario di Tim, dopo la cessione del 15% di oggi, mentre parallelamente Poste Italiane sale complessivamente oltre il 25%, rendendo noto che non intende incrementare la partecipazione oltre, non volendo infrangere la soglia che renderebbe l’opa obbligatoria.
Solo poche settimane fa erano trapelate le prime indiscrezioni di un interesse di Poste Italiane per Tim e con una certa mossa repentina sono giunte ad una concretizzazione. Stando a quanto spiegato da Poste, l’acquisto sarà finanziato mediante cassa disponibile e rappresenta per la società di investimento di natura strategica “realizzato con l’obiettivo di svolgere un ruolo di azionista industriale di lungo periodo, che possa favorire la creazione di sinergie tra Poste Italiane e Tim, nonché apportare valore aggiunto per tutti gli stakeholder, oltreché promuovere il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia“.
Inoltre, Poste fa sapere che “sono in corso valutazioni finalizzate all’avvio di partnership industriali volte a valorizzare le molteplici opportunità per la realizzazione di sinergie tra le due aziende nei settori della telefonia, dei servizi ICT e dei contenuti media, dei servizi finanziari, assicurativi e dei pagamenti, e infine dell’energia“.
L’operazione
La formalizzazione dell’operazione è attesa entro il primo semestre del 2025, ed è ora sospensivamente condizionata alla notifica dell’Antitrust, ai sensi della disciplina sul controllo delle concentrazioni. Una volta completata, l’operazione vedrà l’acquirente detenere una partecipazione complessiva pari al 24,81% delle azioni ordinarie, e al 17,81% del capitale sociale, visto che tecnicamente l’acquisizioni da Vivendi di azioni ordinarie di Tim ha riguardato il 15% del totale delle azioni ordinarie ed il 10,77% del capitale sociale del gruppo telefonico.
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