Mobilità: italiani sempre più schiavi di automobili e traffico

Il rapporto Data Mobility 2024 ha evidenzia la complessità della situazione della mobilità urbana in Italia, dove la maggior parte delle persone, specie lavoratori, sono costrette a ricorrere al mezzo privato per i propri spostamenti quotidiani, causando di conseguenza molto traffico, per non parlare dell’inquinamento ambientale 

Redazione
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Secondo il recente studio Data Mobility 2024 realizzato da Go-Mobility, le città italiane stanno sperimentando un notevole aumento del traffico automobilistico, invertendo il trend di riduzione osservato durante la pandemia, soprattutto a causa del massiccio ricorso al lavoro da remoto che sta lentamente scomparendo. Il rapporto, basato su una vasta raccolta di dati da dispositivi digitali e sim telefoniche, rivela che le strade urbane sono di nuovo congestionate, con Milano in cima alla lista per l’aumento del numero di auto e degli spostamenti.

Nord e Sud: dati a confronto

Le abitudini di mobilità degli italiani mostrano un netto divario tra Nord e Sud. Al Nord, si registra un aumento significativo del ricorso all’auto, con un incremento del 10% per quanto riguarda l’uso individuale e dell’8,5% per gli spostamenti collettivi a Milano. Tuttavia, questo aumento comporta una riduzione della velocità media del traffico, con Bologna che segna un rallentamento del 12,5% e Milano del 7,5%. Al Sud, invece, le auto si muovono principalmente durante l’ora di pranzo, con una diminuzione generale della velocità media degli spostamenti.

Il rapporto evidenzia che il traffico è particolarmente pesante a Milano, Roma e Torino, dove la velocità media è diminuita rispettivamente del 7,5%, 6,2% e 6,9%. A Bologna, la riduzione della velocità è attribuita anche ai nuovi limiti imposti dalle amministrazioni locali. Le città delle isole, come Messina e Cagliari, continuano a mostrare una tendenza alla diminuzione degli spostamenti in auto. Nella capitale, le auto che dalla periferia si spostano verso il centro causano ogni mattina code di traffico chilometriche

Un altro dato rilevante emerso dallo studio è l’incremento degli spostamenti sulle lunghe distanze rispetto al periodo pre-pandemia, con un aumento del 8,9% nel veneziano, del 3,7% a Firenze e del 1,1% a Milano. Al contrario, le città del centro-sud, come Roma e Messina, hanno registrato una diminuzione delle distanze medie percorse.

Traffico causato da mancanza di alternative

Daniele Mancuso, CEO di Go-Mobility, sottolinea l’importanza dell’analisi dei dati per aiutare i decisori politici e le amministrazioni locali a sviluppare soluzioni adeguate alle nuove realtà post-pandemiche. “Questa analisi offre una comprensione approfondita delle nuove abitudini di mobilità nelle principali città italiane. L’utilizzo combinato di questi dati è essenziale per individuare soluzioni adatte al nuovo equilibrio post-pandemico” afferma Mancuso.

In molti casi, la congestione stradale è aggravata dalla mancanza di un trasporto pubblico efficiente e di adeguate infrastrutture. Un caso particolarmente disfunzionale è quello di Roma, dove sono presenti solo 3 linee della metropolitana per una superficie di 1285 chilometri quadrati, di cui 500 all’interno del raccordo anulare. Le periferie e le ore di punta mattutine sono le più colpite, causando una congestione paragonabile, se non superiore, a quella del 2019. 

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