Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha cercato di spiegare quali saranno le difficoltà che l’Unione europea potrebbe affrontare nel prossimo futuro, in considerazione degli immensi cambiamenti che il Vecchio Continente si sta preparando ad affrontare. Nello stesso giorno del Consiglio europeo, dove i 27 Stati membri si riuniranno per parlare di dazi, competitività e spese per la difesa, la Bce affronta allo stesso modo gli stessi temi, ovviamente con una certa attenzione al dato economico ad essi legato.
Nonostante il complesso quadro che si sta delineando e che potrebbe mettere in seria difficoltà l’Ue e di conseguenza la Bce, Lagarde ha voluto ribadire l’intenzione della Banca di continuare il piano che nel 2012 venne avviato da Mario Draghi per contrastare la crisi del debito. “Rispetteremo il nostro mandato ‘whatever it takes’“, ovvero anche se questo significa procedere con investimenti che però non generano profitti.
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Nel corso del suo intervento, la presidente della Bce ha infatti chiarito che al momento il quadro economico europeo è piuttosto instabile e rende quindi complesso generare delle stime affidabili per il futuro. Questa incertezza, generata dai dazi Usa, dalla minaccia russa e dalla volontà europea di un riarmo, avrebbe quindi ripercussioni anche sui dati legati al taglio dei tassi. Dallo scorso luglio, la Bce ha proceduto a sei tagli consecutivi dello 0,25%, riducendo considerevolmente l’importo di mutui e finanziamenti nell’Eurozona e permettendo alle famiglie di tirare un sospiro di sollievo.
Ora, l’obiettivo della Banca centrale europea resta quello di garantire che l’inflazione si stabilizzi al 2%, continuando ad agire attraverso un approccio basato sui dati. In sostanza, riunione per riunione, gli esperti della Bce valuteranno la situazione economica europea e decideranno se procedere o no con un ulteriore taglio dei tassi. “Non ci stiamo impegnando in anticipo su un particolare percorso di tasso“, ha infatti spiegato Lagarde, ribadendo un concetto che dal luglio scorso è stato chiarito innumerevoli volte.
Lagarde: “Teniamo sotto controllo la stabilità dei prezzi”
La preoccupazione attuale, comunque, riguarda i dazi del 25% imposti dagli Usa sulle importazioni dall’Europa. Secondo l’analisi della Bce, la tariffa Usa potrebbe ridurre la crescita dell’area Euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno. Lagarde, però, aggiunge un concetto piuttosto interessante: anche una risposta europea sotto forma di aumento delle tariffe sulle importazioni statunitensi provocherebbe un ulteriore aumento di circa mezzo punto percentuale.
La presidente ha poi sottolineato che queste stime “sono soggette ad un’incertezza piuttosto elevata“, in considerazione del fatto che l’impatto di questi aumenti potrebbe non essere lineare. In ogni caso, la Bce continuerà ad osservare con una certa attenzione la stabilità dei prezzi, per evitare situazioni che potrebbero rivelarsi catastrofiche. Una previsione rincuorante, ipotizza che la crescita possa essere sostenuta da redditi più elevati e da minori costi di prestito. Inoltre, le esportazioni potrebbero beneficiare della crescente domanda globale, anche se questo rimane subordinato agli sviluppi delle politiche commerciali internazionali.
Lagarde: “Da valutare l’impatto degli investimenti nella difesa”
Lagarde ha poi ovviamente affrontato il delicato tema degli investimenti europei per la difesa, sottolineando che al momento non è possibile prevedere quali saranno le conseguenze sull’economia Ue. I due settori che saranno maggiormente colpiti sono la produzione, il livello dei prezzi e l’inflazione. Il discrimine, però, riguarda l’origine dei prodotti acquistati, ovvero se la produzione avrà una base europea o oltreoceano.
“Tutti questi fattori avranno un impatto e determineranno il livello esatto dei cambiamenti che produrranno crescita, inflazione e costo del finanziamento“, ha spiegato Lagarde, sottolineando comunque che “gli investimenti sono i benvenuti, anche se bisogna investire bene“. L’intervento di Lagarde si è poi concluso con una sorta di appello, finalizzato a scuotere l’Ue e a metterla davanti alla necessità di un rafforzamento sempre più imminente.
“Dobbiamo garantire che non si sia vulnerabili in nessuno modo; procedere rapidamente sull’euro digitale; garantire infrastrutture di pagamenti che funzionino bene e sviluppare l’unione dei mercati dei capitali a ritmo accelerato“, ha chiarito la presidente della Bce, ricordando il ruolo costante e affidabile che la Banca centrale europea ha rivestito e continua a rivestire in questo senso.
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