L’Italia non può fare a meno delle proprie tradizioni culinarie specialmente quando si tratta di Festività di Natale. Coldiretti, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, come ogni anno ha stilato il report sulle scelte fatte dagli italiani per festeggiare i giorni di Natale e i successivi.
Il dato che più si accaparra l’attenzione riguarda i 2,8 miliardi di euro spesi dagli italiani in cibi e bevande per la tavola di Natale. Nello specifico, le preferenze sono ricadute su prodotti tipici e rilegati alla tradizione e soprattutto di origine nazionale, anche se sembra essere diminuito il tempo dedicato alla loro preparazione.
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Dal bilancio tracciato dalla Coldiretti, il giorno di Natale, protagonista delle feste, sembra sia stato passato da quasi nove cittadini su dieci, quindi circa l’88%, in casa propria o di amici e parenti. Mentre, il resto degli italiani ha degustato i fatidici pranzi e cenoni natalizi tra ristoranti, agriturismi ed altre soluzioni dell’ultimo momento.
Quindi anche se è stata prediletta una cucina all’insegna della tradizione basata su alimenti di origine italiana, che di norma richiamerebbe anche le lunghe preparazioni delle pietanze, in realtà il tempo dedicato ai fornelli rispetto allo scorso anno è stato registrato in calo, da 2,7 a 2,2. Si tratta di un dato che però non ha interessato gli abitanti delle Isole, dove sono stati registrate almeno 3 ore di media tra Sicilia e Sardegna.
Festività di Natale nella tradizione
Rispetto al 2023, il numero medio dei commensali si è confermato all’incirca sui medesimi livelli, con quasi 8 persone a tavola. Secondo Coldiretti/Ixé, è stato individuato inoltre uno spicchio di festaioli, circa un 9%, che, tra coloro che hanno mangiato a casa, ha deciso di optare per le ordinazioni d’asporto o mangiare ciò che è stato portato da amici e parenti. L’alternativa alle mura domestiche sono stati ristoranti e agriturismi che hanno ospitato 4,5 milioni di italiani.
Tra i prodotti acquistati per i grandi festeggiamenti, lo spumante è di certo stato il prediletto, confermandosi ancora come un prodotto imprescindibile su almeno l’83% delle tavole, insieme alla frutta locale di stagione che è stata scelta dall’88% degli intervistati. Ma Natale chiama panettone e infatti ha vinto a mani bassi con un 77% di preferenza rispetto al 55% che ha scelto il pandoro. Mentre, ha stupito l’opzione per i dolci tradizionali locali che ha visto raggiungere il 56% degli intervistati.
Il 47%, invece, ha messo le mani in pasta, cercando di realizzare un dolce per le feste home made. In assoluto, il menù prediletto dalla maggior parte delle famiglie italiane si è basato su prodotti e ingredienti nazionali, con una spesa complessiva stimata da Coldiretti in 920 milioni di euro per pesce, carni e salumi, 600 milioni di euro per gli spumanti, vino e altre bevande, 300 milioni per i dolci, tra cui appunto panettone, pandoro e prodotti da panetteria. Per contorni, quindi ortaggi, conserve ma anche frutta secca e fresca, si è stimata una spesa di 580 milioni di euro, mentre, pasta e pane hanno raggiunto i 200 milioni e altrettanti spesi per formaggi e uova.
Coldiretti ha tenuto a sottolineare che le feste rappresentato quel momento di raccoglimento che spinge a riscoprire le ricette della tradizione tramandate e fatte con prodotti naturali e genuini, come alternativa al consumo dei cibi ultraprocessati che può caratterizzare altri periodi dell’anno. Quindi, le preparazioni tradizionali durante le festività natalizie oltre a riportare alla mente ricordi vanno a contrastare anche le cative abitudini alimentari che portano effetti negativi sulla salute, sull’ambiente e sulla tutela della biodiversità.
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