La parentesi durissima della Legge di bilancio per il 2025 si è conclusa, eppure non tutti i capitoli economici italiani si sono chiusi con essa. Il ministero dell’Economia e delle Finanze deve infatti fare ancora i conti con lo spinosissimo tema dell‘evasione fiscale, strettamente collegato alla possibilità della riduzione dell’aliquota Irpef del 35%, ovvero quella che pesa sulla spalle dei contribuenti del ceto medio.
Sul tema la maggioranza è ancora spaccata: da un lato Forza Italia spinge per trovare i fondi per la riduzione dell’aliquota, dall’altra le Lega propone con forza una rottamazione quinquies per far fronte al cosiddetto “magazzino del non riscosso” e nel mezzo c’è FdI che valuta con attenzione tutte le proposte del caso. Nello specifico, però, il partito del premier non sarebbe convinto della soluzione del carroccio. “Una rottamazione non sarebbe così facile da fare“, ha infatti sostenuto il responsabile economico del partito, Marco Osnato.
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La Lega, però, continua a sottolineare come la proposta del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, del concordato preventivo biennale si sia dimostrata insufficiente a rispondere al gravoso tema dell’evasione fiscale. Sulla questione si è allineata anche Forza Italia, che continua a sostenere che il gettito del concordato debba essere utilizzato per permettere il taglio dell’aliquota Irpef.
Leo annuncia rateizzazioni maggiori per l’evasione fiscale
Nonostante il flop del concordato, Maurizio Leo non si è perso d’animo ed è tornato a proporre una nuova soluzione per le migliaia di cartelle esattoriali mai riscosso. “A partire dal 1° gennaio 2025, i contribuenti potranno dilazionare i debiti iscritti a ruolo con il fisco fino a 84 rate mensili, superando l’attuale limite di 72“, ha annunciato il viceministro, presentando una riforma che potrebbe avere come conseguenza la convinzione dei cittadini a mettersi in regola con il fisco.
Secondo i dati del 2023, infatti, le cartelle non riscosse avrebbero un valore di circa 1200 miliardi di euro. Una cifra impressionante che probabilmente non tornerà mai nelle casse dello Stato, ma su cui il governo sta ragionando per comprendere in che modo recuperare un gettito importante. Nel corso del 2024, dunque, si è paventata la possibilità del decreto dedicato alla riforma della riscossione, che di fatto prevede la rateizzazione più lunga delle cartelle, sia la cancellazione automatica dopo 5 anni.
La proposta della Lega
Proprio l’ingente magazzino del non riscosso avrebbe convinto la Lega a presentare la proposta di una rottamazione quinquies. Si tratterebbe di una sorta di sostituzione del concordato con la speranza di entrate maggiori e si presenterebbe con la possibilità per i contribuenti di estinguere i propri debiti con 12 rate annuali dilazionate in dieci anni e senza tassi di interesse o sanzioni.
“Abbiamo un magazzino fiscale pari a 1200 miliardi di euro. Stiamo parlando di società morte, aziende chiuse, contribuenti che non riescono a mettersi in regola. Soldi che il Fisco non recupererà mai“, ha infatti sottolineato il sottosegretario della Lega al Mimit, Massimo Bitonci, presentando la rottamazione come l’unica soluzione possibile per incrementare le tasse dello Stato.
Il Carroccio, però, non ha preso in considerazione la possibilità che la stessa Fratelli d’Italia potesse iniziare a nutrire dubbi sulla possibilità. “Forza Italia e la Lega hanno il ministro e sottosegretari al dicastero dell’Economia e nemmeno loro, mi risulta, hanno ancora trovato il modo per identificare bene come strutturare la rottamazione quinquies“, ha sostenuto Osnato, per poi sottolineare che FdI non vuole chiudere totalmente alla possibilità ma vuole al contempo considerare tutte le opzioni possibili prima di mettere in atto un meccanismo complesso e variegato.
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