L’Unione Europea si trova di fronte a una tempesta commerciale: i nuovi dazi statunitensi, ormai imminenti, minacciano di squilibrare i rapporti economici tra le due sponde dell’Atlantico. Tra appelli alla trattativa e ipotesi di controffensive mirate, i leader europei cercano la strategia giusta per non soccombere alla pressione americana.
Urso: “Basta rincorrere gli Usa, l’Europa deve rafforzarsi da sola”
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, lancia un monito: evitare un’escalation ma senza restare immobili. In un’intervista al Corriere della Sera, Urso elogia la prudenza della Commissione Europea ma la invita a rispondere con “più fantasia”. Secondo lui, la vera arma contro i dazi è una nuova politica industriale europea che rafforzi la competitività delle imprese. Intanto, l’Italia si muove: il Ministero degli Esteri ha già avviato piani per spingere le esportazioni italiane in mercati alternativi, dall’Indopacifico all’Africa fino al Mercosur.
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Cottarelli: “Trattare con gli Usa, ma senza farsi schiacciare”
L’economista Carlo Cottarelli avverte: servono nervi saldi. In un intervento sul Corriere della Sera, sottolinea l’importanza di una risposta economica ben calibrata, tra cui politiche monetarie espansive e una svalutazione dell’euro per contenere l’impatto dei dazi. Ma la diplomazia, avverte, deve partire da una posizione di forza: l’Europa non può permettersi di negoziare con gli Usa da una posizione di debolezza.
Von der Leyen avverte: “Se attaccano, reagiremo”
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, non usa mezzi termini: “Non abbiamo iniziato noi questa battaglia, ma siamo pronti a difenderci“. Durante un intervento al Parlamento Europeo, ha chiarito che l’Europa ha tutte le risorse per proteggere la propria economia e che i dazi di Washington finiranno per danneggiare anche gli stessi americani.
Von der Leyen ha delineato la strategia dell’UE basata su tre pilastri: apertura ai negoziati, diversificazione commerciale e rafforzamento del Mercato Unico. Ma avverte: “Se necessario, risponderemo con decisione”. Tra le misure allo studio, possibili colpi ai settori strategici statunitensi, a partire dalla tecnologia.
Weber: “Colpiamo le Big Tech Usa, basta privilegi”
Il leader del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, propone una risposta diretta e aggressiva: “Se Trump colpisce i beni europei, noi dovremmo concentrarci sui servizi americani”. Weber accusa le grandi aziende tecnologiche statunitensi di pagare troppo poco per l’utilizzo delle infrastrutture digitali europee. Inoltre, sollecita la rapida conclusione di nuovi accordi commerciali, come quello con il Mercosur, per ridurre la dipendenza dagli Usa.
Mercati in subbuglio: il rischio di un terremoto finanziario
L’incertezza sulle politiche commerciali si è già fatta sentire sui mercati globali. La Borsa di Tokyo ha chiuso in lieve rialzo (+0,02%), ma l’indice Nikkei ha toccato i minimi da sei mesi. Sul fronte valutario, lo yen si è indebolito rispetto al dollaro, segnale che gli investitori temono ripercussioni globali. Il clima di instabilità potrebbe aggravarsi se le tensioni tra Europa e Stati Uniti non si risolvessero rapidamente.
L’Europa si risveglia? Via le barriere interne per rafforzare il mercato unico
La questione dei dazi sta costringendo l’UE a guardarsi dentro. Von der Leyen riconosce che le barriere burocratiche tra gli Stati membri rappresentano un ostacolo alla crescita persino maggiore delle tariffe imposte dagli USA. “Dobbiamo eliminare le inefficienze interne e creare un mercato unico davvero competitivo”, ha dichiarato, annunciando riforme imminenti per ridurre le frammentazioni normative e incentivare gli investimenti.
Europa al bivio: arrendersi o combattere?
Il tempo stringe. Da un lato, l’Europa vuole evitare una guerra commerciale aperta con gli Stati Uniti, cercando una via diplomatica. Dall’altro, cresce la pressione per una reazione forte e immediata, che dimostri la capacità dell’UE di difendere i propri interessi. Con l’entrata in vigore dei dazi ormai alle porte, Bruxelles è chiamata a prendere decisioni cruciali che potrebbero ridefinire gli equilibri economici globali.
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