L’Unione europea si prepara ad affrontare un periodo economicamente instabile, caratterizzato dalle difficoltà dovute alle guerre e soprattutto dai possibili dazi provenienti da oltreoceano. Si avvicinano anni complessi, che potrebbero cambiare radicalmente l’assetto dell’Ue, ormai fossilizzata sia nell’ambito dell’industrializzazione che in quello della competitività. In questo senso, quindi, i prossimi passi che la comunità europea compirà dovranno essere pensati e realizzati nell’ottica di un miglioramento e di una capacità di conservazione in riferimento agli attacchi delle altre economie mondiali.
Le previsioni economiche d’autunno, pubblicate dalla Commissione europea, hanno quindi delineato un quadro di speranze, basate sul calo dell’inflazione e sulla crescita del mercato del lavoro e quindi dell’occupazione Ue. Ovviamente, le situazioni sono ben diverse a seconda del Paese, ma sembrerebbe che le stime generali siano positive. L’attenzione, però, resta massima, a causa delle possibili ricadute e soprattutto dei pericoli esterni, che rischiano di indebolire gravemente la comunità Ue.
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“L’economia europea si sta lentamente riprendendo, tuttavia, le sfide strutturali e l’incertezza geopolitica gravano sulle nostre prospettive future” ha infatti dichiarato il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, sottolineando che gli Stati membri dell’Ue dovranno affrontare un duro percorso con l’obiettivo di ridurre i livelli di debito e sostenere la crescita, anche grazie al sostegno garantito dal “quadro di governance europeo e dalla continua attuazione del Next Generation Eu“.
Ue, le previsioni per i prossimi sei mesi
Secondo il rapporto pubblicato oggi, i prossimi sei mesi potrebbero essere cruciali per l’economia europea. In questa metà di anno sarà infatti possibile comprendere gli sviluppi dei due conflitti in corso alle porte dell’Europa e soprattutto capire le intenzioni di Cina e Usa riguardo ai dazi. La svolta protezionistica di questi Paesi potrebbe infatti rivelarsi deleteria per la comunità europea, a causa delle conseguenze che avrà sui mercati globali.
Sul fronte interno, invece, il report sottolinea che “l’incertezza politica e le sfide strutturali nel settore manifatturiero potrebbero comportare ulteriori perdite di competitività e gravare sulla crescita e sul mercato del lavoro“. Sembrerebbe fondamentale, poi, attenzionare le conseguenze del cambiamento climatico, in quanto i danni da esso provocato gravano pesantemente sulle casse di ogni Paese membro. Nonostante questi fattori preoccupanti, il rapporto d’autunno avrebbe segnalato una crescita modesta dell’economia Ue, come dimostra la stima della del Pil nel 2024 pari allo 0,9% nell’Ue e dello 0,8 nell’area dell’euro.
L’obiettivo del 2% dell’inflazione nel 2026 sembrerebbe sempre più realizzabile, almeno secondo le stime di questo ultimo rapporto. “La crescita accelererà con la ripresa dei consumi e degli investimenti” ha infatti spiegato la Commissione, sottolineando però che il costo della vita ancora elevato e la ripetuta esposizione a shock estremi ha portato le famiglie a contenere le spese, causando anche una diminuzione degli investimenti stimati.
In Italia la situazione sarebbe particolarmente incerta. Il rapporto autunnale ha infatti confermato che l’inflazione ad ottobre è risalita al +0,9%, “seppure in un quadro di stabilità congiunturale“. Tale aumento ha quindi comportato un aumento del cosiddetto “carrello della spesa“, ovvero dei prezzi dei bani alimentari, per la cura della casa e della persona, che ha fatto registrare un +2% su base annua.
Gentiloni: “Italia e Germania più colpite da dazi Usa“
Il Commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato che una delle priorità dell’Unione dovrà essere l’investimento in riforme strutturali, che ad oggi sono fondamentali per rafforzare la nostra competitività e gli investimenti sul territorio europeo. Inoltre, trattando del pericolo rappresentato dai dazi, Gentiloni ha spiegato che “il rapporto commerciale tra Stati Uniti e Unione europea è uno dei più grandi e strategicamente significativi al mondo” e che entrambe le Regioni hanno interessi comuni nel mantenere standard elevati.
Per questo, secondo il commissario, “una svolta protezionistica nella politica commerciale Usa sarebbe estremamente dannosa per entrambe le economie“, tanto da convincere l’Ue a collaborare con la nuova amministrazione Usa per promuovere un’agenda che sia forte e che garantisca che i canali commerciali restino aperti. Gentiloni ha poi evidenziato che in questo nuovo scenario i Paesi che maggiormente soffriranno per i dazi sono Italia e Germania, poiché sono i due Stati “con un surplus commerciale più elevato nei confronti degli Stati Uniti“.
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