Borse europee in rosso dopo i dazi USA: Milano e Francoforte giù dell’1%

Nuove tariffe su auto e componenti mentre Trump minaccia sanzioni sul petrolio russo

4 Min di lettura

Dal 2 aprile entreranno in vigore i nuovi dazi americani del 25% sulle automobili e sui componenti importati, una misura destinata a inasprire le tensioni commerciali globali. L’amministrazione Trump ha annunciato che queste tariffe non saranno limitate ai 15 Paesi con i maggiori squilibri commerciali, come ipotizzato in precedenza, ma si applicheranno su scala globale. Un’ulteriore mossa che rischia di aggravare la guerra commerciale in corso.

Effetto immediato: crollano le Borse europee e asiatiche

I mercati finanziari hanno reagito con un’ondata di vendite: Tokyo ha chiuso con un tonfo del -4,05%, sprofondando ai minimi da settembre, mentre Hong Kong ha perso l’1,1%. Anche le Borse europee hanno aperto in forte calo, con Milano e Francoforte giù dell’1%, seguite da Parigi e Londra (-0,9%). Sul fronte statunitense, i future sul Nasdaq arretrano dell’1% e quelli sull’S&P 500 dello 0,6%. Gli investitori, spaventati dall’incertezza, si rifugiano nei beni considerati più sicuri: l’oro ha toccato un nuovo massimo storico a 3.127,9 dollari l’oncia, mentre i rendimenti dei Treasury sono in calo.

Settore automobilistico sotto pressione

Le nuove tariffe non colpiranno solo i veicoli finiti, ma anche le componenti essenziali per la loro produzione, come motori, trasmissioni e sospensioni. Le case automobilistiche globali, già alle prese con costi elevati e difficoltà nelle catene di approvvigionamento, rischiano di subire un ulteriore aumento delle spese. Le previsioni indicano un rincaro medio dell’11-12% per le auto importate negli Stati Uniti, con un possibile calo della domanda. Il settore nipponico dell’automotive, in particolare, è in forte difficoltà: gli investitori hanno anticipato lo stallo, contribuendo al tonfo della Borsa di Tokyo.

Trump alza la posta: possibile stretta sul petrolio russo

Oltre ai dazi, il presidente americano ha minacciato nuove tariffe secondarie per i Paesi che continueranno ad acquistare petrolio russo, legando ancora una volta le politiche commerciali alle tensioni geopolitiche legate al conflitto in Ucraina. Questa prospettiva ha messo sotto pressione il mercato del greggio: il WTI è in calo dello 0,1%, scambiato a 69,26 dollari al barile.

Panetta (Bankitalia): “Rischio stagnazione in Europa”

L’incertezza economica globale si riflette anche nelle preoccupazioni espresse dal governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, che ha sottolineato come le tensioni commerciali e geopolitiche stiano penalizzando l’economia europea, già segnata dalla stagnazione del settore manifatturiero. “L’aumento dell’incertezza rende più complesso il percorso di riduzione dei tassi ufficiali, imponendo cautela nelle scelte di politica monetaria”, ha dichiarato Panetta.

Scenari futuri: escalation o compromesso?

Mentre il presidente americano giustifica le sue mosse con la necessità di difendere l’economia statunitense dalla concorrenza sleale, le reazioni globali indicano un crescente rischio di un’escalation. L’Unione Europea ha già annunciato dazi di ritorsione su prodotti americani, mentre altri Paesi – dalla Cina alla Corea del Sud – stanno cercando di rafforzare i loro rapporti economici per mitigare l’impatto delle misure statunitensi.

I prossimi giorni saranno cruciali per capire se questa nuova fase della guerra commerciale porterà a un’escalation o se si aprirà uno spiraglio per una soluzione diplomatica. Intanto, i mercati restano in tensione, pronti a reagire a ogni nuova mossa di Washington.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo