Una delle settimane più altalenanti della storia dei mercati globali sta giungendo alla sua conclusione. I dazi di Donald Trump e le loro variegate conseguenze restano ovviamente il discrimine fondamentale della volatilità delle Borse, che si trovano a dover fare i conti con una situazione a dir poco incerta e non ancora del tutto compresa. La sospensione dei dazi reciproci per 90 giorni, prima da parte degli Usa e poi dell’Ue, aveva permesso alle Borse europee di aprire in positivo, forti di questo periodo di stasi.
Già dopo alcune ore, però, i mercati del Vecchio Continente hanno rallentato, dando segni di debolezza. La chiusura quindi non è stata affatto rincuorante. La Borsa di Parigi ha chiuso con l’indice Cac 40 in ribasso dello 0,30% con 7.104,80 punti, a Francoforte il Dax cede lo 0,92% con 20.427,61 mentre a Milano Piazza Affari lascia sul campo lo 0,73% con 34.027,83. Solo Londra chiude in positivo con +0,59% a 7.960,05 punti. Inoltre, a Milano è pesante Stellantis (-5,1%) per le stime del gruppo sulle consegne in calo, insieme a Generali (-3,6%) dato che si è ormai concluso il periodo per acquistare azioni da portare alla prossima assemblea, Ferrari (-2,5%) e Unicredit (-2,2%). In recupero invece Stm (+2,1%).
A pesare anche le parole del presidente francese, Emmanuel Macron, che ha invitato i vertici dell’Ue a continuare a lavorare sulle contromisure riguardanti le merci statunitensi, nella consapevolezza che i 90 giorni di sospensione potrebbero concludersi con un nulla di fatto. Inoltre, secondo il titolare dell’Eliseo, questo periodo di congelamento non farebbe altro che peggiorare la situazione di instabilità riguardante l’economia europea.
Dazi, le Borse europee restano nervose ma no a rischi recessione
Sulla questione si è espresso Morgan Stanley, banca d’affari e società multiservizi statunitense, che ha consigliato ai suoi clienti di rimanere cauti sulle azioni europee, evitando di seguire “il recente rimbalzo“, in quanto le valutazioni non rifletterebbero pienamente il rischio di una recessione o di un rallentamento significativo della crescita. A pesare sul contesto europeo anche la decisione della Cina di rialzare i suoi contro dazi al 125%, portandoli quasi a parità con quelli statunitensi.
Una notizia rincuorante è invece giunta dal commissario Ue all’Economia, Valdis Dombrovskis, il quale ha sostenuto che la sospensione totale del Patto si stabilità con la clausola generale di salvaguardia è stata valutata dalla Commissione Ue, che però ritiene che al momento non siano soddisfatti i requisiti per la sua attuazione. Questa infatti potrebbe essere utilizzata solo nel caso di una grave recessione economica dell’Ue o dell’area dell’Euro. Dombrovskis ha invece ribattuto che la commissione “stima ancora una crescita economica nell’Ue, anche tenendo conto dell’effetto dei dazi di Trump“.
Dazi, Wall Street apre in negativo nel timore di uno scontro commerciale con la Cina
Una posizione totalmente contraria è stata invece assunta da Larry Fink, amministratore delegato di Black Rock, che guardando alla situazione dei mercati e dell’economia americana ha sostenuto che gli Usa sono “molto vicini, se non addirittura già in recessione“. L’ad ha chiarito di essere rimasto molto sorpreso dalla politica dei dazi di Donald Trump, evidenziando che questa sarebbe andata “al di là di qualsiasi cosa avrei mai potuto immaginare nei miei 49 anni in finanza“, per poi ricordare che le conseguenze di queste scelte colpiscono solamente i risparmi di milioni di persone ordinarie.
Questa mattina Wall Street ha aperto in calo a causa della notizia dell’aumento dei contro dazi cinesi. Il Dow Jones ha perso lo 0,25% a 39.493,42 punti, lo S&P 500 lo 0,24% a 5.255,56 punti mentre il Nasdaq Composite è arretrato dello 0,18% a 16.358,532 punti in apertura. Col passare delle ore, la situazione dei mercati statunitensi non è migliorata, ma è rimasta sostanzialmente negativa con legge variazioni negli indici dei titoli.
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