Le borse mondiali mandano un segnale chiarissimo agli Stati Uniti di Donald Trump. Le nuove tariffe sui dazi creano un incertezza tale da convincere gli investitori a tirarsi indietro, perché troppo spaventati dai rischi, provocando un crollo considerevole dei mercati. Wall Street, così come le Borse delle principali città europee, hanno registrato un crollo impressionante, soprattutto se paragonato ai record registrati ieri nelle stesse Borse, scaturiti dalla corsa al riarmo dell’Europa.
In poche ore, la situazione sembra diametralmente cambiata, a dimostrare come i mercati finanziari risentano profondamente di ogni fattore esterno, soprattutto di decisioni così drastiche come quelle prese dal presidente Usa. Proprio oggi, gli Stati Uniti hanno dato avvio ufficialmente ai dazi del 25% sulle merci provenienti da Messico e Canada e a quelli al 20% sulle importazioni dalla Cina. Un tentativo di rafforzamento del mercato statunitense, che potrebbe però risentire inizialmente di conseguenze durissime.
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I tre Paesi colpiti, infatti, hanno già annunciato la decisione di rispondere alla mossa statunitense con tariffe corrispondenti. Ha avuto inizio quindi la tanto temuta guerra dei dazi che, per usare le parole del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “non conviene a nessuno, nemmeno agli Stati Uniti“. A pesare sui mercati, anche l’incertezza sul conflitto in Ucraina. Ieri, gli Usa hanno annunciato lo stop agli aiuti a Kiev, mentre l’Ue ha garantito il suo sostegno fino alla fine del conflitto.
Le borse mondiali dopo i dazi di Trump
A Wall Street i crolli principali sono stati registrati nei titoli delle società legate a Messico e Canada. Ford Motor perde il 4,39%, seguito dalla General Motors, che registra un -2,44%. Proprio il settore delle auto, secondo le stime degli economisti Usa, risulterebbe il più colpito dalle conseguenze dei dazi. Malissimo anche Tesla, il titolo del braccio destro di Trump, Elon Musk, che perde l’11,1%.
A intimorire gli investitori vi sarebbe il fatto che la società del miliardario acquista i componenti di alcune auto vendute negli Usa proprio dal Messico e dal Canada. Interessante anche il calo a -7,34% di Target, catena di supermercati statunitensi, che non ha conquistato la fiducia degli investitori, vedendosi costretta ad annunciare un primo trimestre del 2023 durissimo a causa delle “pressioni significative sui profitti” a causa delle incertezze sui dazi e sui consumi delle persone.
In Italia la situazione non è delle migliori. A Piazza Affari, Leonardo si attesta su un -1,98%, mentre i dazi pesano particolarmente su Stellantis, che raggiunge un -11,7%, portandosi ai libelli minimi dalla quotazione post fusione. Anche il settore bancario segna rosso, con Bper Banca che perde il 5,12%, seguita da Unicredit al -5,04% e Banco Bpm al -4,53%.
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