Concordato preventivo, Giorgetti non proroga, ma quali saranno gli effetti?

Redazione
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Il termine per l’adesione al concordato preventivo biennale, meglio noto come “patto con lo Stato” rivolto ai lavoratori autonomi, scade oggi, senza possibilità di proroga. Lo conferma il governo, che ha deciso di chiudere l’accesso a questa misura di adesione volontaria, pensata per favorire entrate aggiuntive destinate alla manovra finanziaria 2024.

Adesioni: verso cifra record?

Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha annunciato che i dati definitivi sull’adesione saranno resi pubblici entro una decina di giorni. Tuttavia, le prime indiscrezioni di stampa stimano che tra le 150.000 e le 200.000 partite IVA potrebbero aver scelto di partecipare, con alcuni che spingono la cifra fino a mezzo milione. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si mantiene prudente: “Abbiamo stimato zero introiti per questa misura, quindi tutto quello che arriva sarà positivo”. Tuttavia, Giorgetti ha sottolineato che molti contribuenti potrebbero aderire proprio nelle ultime ore.

Anche i primi dati forniti da Confartigianato evidenziano l’interesse crescente per il concordato: su 46.000 imprese intervistate, il 18% ha già aderito, con previsioni di crescita fino al 23% entro la scadenza.

No alla proroga e lo sciopero dei commercialisti

Nonostante le richieste di proroga avanzate dai commercialisti – che hanno persino proclamato uno sciopero fino al 7 novembre in segno di protesta – il governo ha chiarito che non ci saranno slittamenti. La richiesta degli ordini professionali si basa sull’impossibilità, a loro dire, di garantire un servizio adeguato entro la scadenza del 31 ottobre.

Nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un provvedimento di proroga per la consegna degli F24, a causa di disfunzioni nei sistemi telematici registrate il 29 e 30 ottobre.

Manovra e le possibili modifiche: cosa aspettarsi?

Il successo del concordato potrebbe aprire spazi di manovra su alcune delle misure previste nella Legge di Bilancio, come un eventuale abbassamento dal 35% al 33% dell’aliquota per il secondo scaglione Irpef. Resta invece incerta l’ipotesi di un intervento sui tagli previsti per l’automotive. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che valuterà con Giorgetti l’ipotesi di un incremento dei fondi a favore della filiera della componentistica, una delle eccellenze italiane.

Giorgetti ha inoltre ribadito che, nonostante i dati Istat indichino un rallentamento, il governo resta fiducioso sulla tenuta delle finanze pubbliche. “Abbiamo già considerato anche gli scenari meno favorevoli. Non ci sono rischi, e le nostre previsioni non cambiano. Speriamo però che l’ultimo trimestre dell’anno mostri segni di ripresa”.

A partire dalla prossima settimana inizieranno le audizioni in commissione, mentre l’11 novembre è la data limite per la presentazione degli emendamenti. I partiti sono già al lavoro per proporre le loro modifiche, che verranno poi selezionate in base al meccanismo dei “segnalati”, permettendo una scrematura dei provvedimenti.

Sindacati e scioperi: CGIL e UIL confermano la mobilitazione

Mentre CISL si dissocia dallo sciopero indetto da CGIL e UIL per il 29 novembre, il suo segretario, Luigi Sbarra, ha dichiarato: “Rispettiamo la decisione degli altri sindacati, ma le nostre priorità sono state in parte accolte nella legge di stabilità”. Tuttavia, anche CISL intende fare pressione per ottenere ulteriori risorse, soprattutto in tema di pensioni minime.

Con il termine del concordato preventivo biennale, il governo si prepara a valutare i risultati di una misura ambiziosa che potrebbe incidere sulle prossime decisioni in materia fiscale e di bilancio. Con le prime adesioni positive, il governo mantiene il focus su stabilità e crescita, puntando a garantire un equilibrio di bilancio anche in uno scenario economico complesso.

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