Trump conferma dazi al 104% alla Cina e Bessent avvisa: “Allearsi con Pechino ora è un suicidio”

Al contempo, le Borse europee chiudono in forte rialzo, spinte dalle speranze di negoziati sui dazi dopo la disponibilità dell'amministrazione Usa a parlarne con il Giappone. In particolare, Milano avanza del 2,49%

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La Cina ha deciso di rispondere ai dazi del 104% imposti dal presidente degli Usa, Donald Trump, annunciando dazi all’84% sulle merci statunitensi, che entreranno in vigore da domani. Entrambe le Nazioni hanno quindi aumentato del 50% le tariffe, nel tentativo di minimizzare l’impatto degli aumenti sulle esportazioni. La decisione è stata presa nel corso di una riunione straordinaria indetta oggi dalla leadership di Pechino, a cui hanno preso parte alti funzionari del governo centrale, enti governativi e di regolamentazione.

Il premier Li Qiang in un simposio con economisti e imprenditori ha sostenuto che la Cina deve mettere in campo politiche macro economiche più proattive e attuarle in modo tempestivo. “Dovremmo rispondere alle incertezze del contesto esterno con politiche forti ed efficaci“, ha spiegato, sottolineando che il Paese debba “essere consapevole che gli shock esterni hanno messo sotto pressione il buon funzionamento dell’economia“.

L’obiettivo è quello di gestire adeguatamente i compiti del governo per riuscire a “trasformare le crisi in opportunità“. Lo ha dichiarato il premier, citando un popolare detto mandarino, e annunciando nuove prospettive che si stanno valutando per stimolare la vitalità delle imprese e risolvere anche le difficoltà del loro finanziamento. Il proposito è ovviamente quello di creare un ambiente migliore per lo sviluppo aziendale, anche alla luce della pressione a cui sono sottoposte a causa dell’intensificarsi dell’attacco tariffario.

Bessent: “Allinearsi con la Cina è come tagliarsi la gola”

Il Segretario del Tesoro Usa, Scott Bessent, ha dichiarato che la possibilità che altri Paesi si alleino con la Cina sarebbe come “tagliarsi la gola“, per poi aggiungere che i Paesi che non reagiranno ai nuovi dazi del Presidente Donald Trump non dovranno affrontare tassi più elevati. La Cina non fa altro che “produrre e produrre” e “inondare” i mercati globali abbassando i prezzi, ha osservato.

Dazi: le borse dopo le dichiarazioni di Trump

Le politiche economiche di Donald Trump continuano a causare rimbalzi degni nota all’interno dei mercati globali, costretti a tenere il passo con i continui cambi di prospettiva del Tycoon. Dopo la giornata catastrofica di ieri, in cui il profondo rosso nelle Borse ha causato enormi preoccupazioni negli investitori e nelle varie imprese mondiali finite nel mirino dei dazi statunitensi, oggi la situazione sembra più rosea.

Apertura molto brillante per Wall Street dopo alcuni segnali positivi colti ieri. Un segnale che però è durato poco, perché ha visto ridurre i forti guadagni di avvio seduta dopo la decisione dell’amministrazione Usa di far salire da domani i dazi alla Cina al 104%, come preannunciato ieri dal presidente Trump, in quanto Pechino non ha ritirato gli ulteriori dazi del 34% sulle merci statunitensi. Al momento l’indice Dow Jones segna +0,50%, lo S&P +0,21% mentre il Nasdaq oscilla attorno alla parità. Sul fronte valutario il dollaro torna a indebolirsi sulle principali valute. L’euro sale a 1,0944 sul biglietto verde.

Dazi, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump

Anche il piccolo tranello di The Donald, che ieri avrebbe ipotizzato un possibile stop ai dazi di 90 giorni, ha dimostrato la volatilità dei mercati. Subito dopo l’indiscrezione, infatti, Wall Street aveva iniziato a mostrare segnali di ripresa rincuoranti. In poco tempo, però, è arrivata la smentita della Casa Bianca, che ha definito la possibile moratoria una semplice “Fake News“.

Dazi: la situazione delle Borse oggi

Le Borse europee chiudono in forte rialzo, spinte dalle speranze di negoziati sui dazi dopo la disponibilità dell’amministrazione Usa a parlarne con il Giappone. Dopo le ultime tre sessioni nere, in cui hanno registrato il più grande crollo degli ultimi cinque anni, gli indici del Vecchio Continente archiviano la sessione raggiungendo oltre il 2%. In particolare, Milano avanza del 2,49%Francoforte Parigi rispettivamente del 2,48% e del 2,50%. Bene anche Londra, +2,71%.

Secondo gli analisti, persiste comunque un grado di volatilità dei mercati che rispecchia esattamente il sentimento diffuso di incertezza su come si evolverà la piaga doganale di Trump. In cima al CAC 40, Thales è salito del 6,06%, Safran del 5,66%, mentre il gigante dei materiali Saint-Gobain ha guadagnato il 4,11%. A Londra, Glencore ha guadagnato il 4,78%. A Francoforte, l’industriale Thyssenkrupp è decollato del 5,46%. Dopo quattro giorni di vendite fuori controllo le Borse trovano la spinta giusta, tra le banche e i titoli della difesa, per rimbalzare. Londra chiude in rialzo del 2,7%Parigi del 2,5%Francoforte del 2,48%. Tra i migliori del listino figurano Santander che registra un +6,5%), Commerzbank con un +6,27%) e Fineco con +5,2%.

Tokyo ha chiuso con +6% e anche Shanghai ha recuperato. Bene anche Seul e Sydney mentre la borsa di Jakarta è crollata. Le trattative indonesiane sono state sospese dopo aver registrato un -9%. E Singapore ha fatto registrare un record negativo dal 2008. Intanto Pechino risponde alle nuove minacce di Trump: “Non accetteremo ricatti dagli Usa, pronti a lottare fino alla fine”. Per Bankitalia le aziende sempre più pessimiste a causa dei dazi.

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