Il sesto taglio consecutivo sui tassi d’interesse è stato annunciato oggi dalla Banca centrale europea (Bce). Un ulteriore diminuzione dello 0,25% che porta il tasso sui depositi, quello di riferimento, da 2,75% a 2,50%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali cala da 2,90% a 2,65% e quello sui prestiti marginali da 3,15% a 2,90%. Questa riduzione permette, quindi, un nuovo calo del costo dei mutui e dei finanziamenti per le famiglie europee ed italiane. Una notizia piuttosto positiva che vede la Bce convinta dei suoi progressi e intenzionata a ridurre ulteriormente il costo del denaro.
Proprio quest’ultimo taglio però potrebbe aprire la strada ad una situazione ben più complessa. Se fino ad oggi la necessità di ridurre i tassi sembrava per tutti fondamentale, tanto che più di qualcuno aveva ipotizzato un taglio di mezzo punto percentuale per dare uno scossone al sistema, oggi i membri della Banca centrale europea sembrano più cauti.
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In realtà, all’interno della Bce, si sarebbero formate due linee di pensiero contrapposte. Da un lato vi sarebbero i Paesi del Nord Europa, convinti che sia necessario porre un freno ai tagli per comprendere come procederanno i mercati e i sistemi finanziari, dall’altro i Paesi del Sud Europa che invece intendono scendere fino al 2% in estate e solo allora fermarsi e decidere sul da farsi. Già da aprile, quindi, la Bce potrebbe affrontare un periodo complesso, soprattutto alla luce degli input macroeconomici che dovranno essere valutati per comprendere le prospettive di inflazione della Bce.
Nuovo taglio dei tassi di interesse, cosa cambierà?
Con il nuovo taglio del prezzo del denaro, previsto per oggi, le rate mensili di mutui e finanziamenti subiranno un ulteriore ribasso, permettendo alle famiglie italiane di tirare un sospiro di sollievo. Secondo quanto calcolato dal Codacons, per un mutuo a 20 anni di importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro, si stima un ribasso mensile tra i 13 e i 27 euro, che annualmente si attesta tra i 156 e i 324 euro.
Invece, su un finanziamento di 30 anni, il taglio dei tassi dello 0,25% produrrebbe un risparmio medio tra i 15 e i 30 euro sulla rata mensile, tra -180 e -360 euro annui. “Il possibile sesto taglio consecutivo dei tassi alleggerirà la spesa degli italiani per i finanziamenti“, ha spiegato il Codacons, aggiungendo che in un anno i tassi di interesse sui mutui effettivamente praticati alle famiglie sono calati complessivamente dell’1,37% passando dal record del 4,92% di novembre 2023 al 3,55% di dicembre 2024.
Bce, corrette al ribasso le stime della crescita
La Banca centrale europea ha nuovamente corretto al ribasso le proiezione di crescita, passando dallo 0,9% del 2025 all’1,2% del 2026, fino all’1,3% del 2027. “Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti“, ha spiegato la Bce, facendo riferimento sia all’incertezza riguardante le politiche commerciali sia l’economia in generale.
La Banca presieduta da Christine Lagarde ha poi sottolineato che la politica monetaria attuale è sicuramente “meno restrittiva” rispetto al passato, proprio per i sei tagli che dalla scorsa estate sono stati messi in atto, ma comunque l’allentamento delle condizioni di finanziamento rimane contrastato dai passati rialzi dei tassi di interesse, che ancora si trasmettono ai crediti in essere, e dal volume contenuto dei prestiti.
Per quanto riguarda l’inflazione, invece, il processo sarebbe “ben avviato“, in quanto continuerebbe a rispecchiare le attese degli esperti della Bce. Al momento, l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027.
Bce, quali sono i prossimi passi
Quest’anno i diversi input macroeconomici critici che la Bce utilizza per valutare le prospettive di inflazione hanno subito forti oscillazioni. Nello specifico, i prezzi del gas sono improvvisamente aumentati a gennaio per poi invertire la rotta a metà febbraio. Quindi, si presume che questa incertezza possa pesare sulle scelte della Bce, tanto da spingerla a cercare nuovi punti su fermi su cui barare le proprie deliberazioni.
Proprio per questo, quindi, sarebbe nato un certo interesse per il concetto di tasso di interesse “neutrale“, ovvero il tasso di interesse che si determina quando un’economia è a piena occupazione con inflazione stabile. Al momento i tassi attuali sono superiori a questo fattore, al momento indicato tra 2,25% e 1,75%, e sono quindi considerati “restrittivi“. Così, nella prossima riunione la Bce potrebbe decidere di procedere con un ulteriore taglio prima di procedere ad un periodo di riflessione.
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